Bici e treno, l’accoppiata vincente!
Le mie prime avventure in “bici+treno” risalgono ormai a molti anni fa. Si trattava di brevi scappate in ambito regionale, spesso al lago di Garda, che si concludevano in giornata. La cosa mi ha subito entusiasmato e con il tempo ho iniziato ad osare di più, arrivando infine ad organizzare vere e proprie vacanze di più giorni in località anche lontane. Mi sembra giusto, quindi, rendere omaggio a un’attività che ha dato nuova linfa alla mia passione ciclistica.
Nel 2024, purtroppo, ho dovuto aggiungere un paragrafo in calce, perché in questi ultimi anni con l’avvento delle E-bike siamo riusciti a rovinare anche questo favoloso modo di viaggiare…
Smessi ormai da un po’ di tempo i panni dell’agonista e con il trofeo Bonatti ormai in archivio, il bici+treno mi ha permesso di andare alla scoperta di percorsi nuovi di zecca.
Ma questa fantastica attività non è solo un modo per aprire nuovi orizzonti: rende infatti il ciclismo uno sport ancora più ecologico, slegandolo completamente dall’utilizzo dell’automobile, annulla i problemi degli spostamenti su gomma (traffico, pedaggi autostradali, benzina, incidenti…), dà la possibilità di sfruttare (leggendo o studiando, ma anche guardando il paesaggio) i tempi altrimenti morti del viaggio e dulcis in fundo permette anche di contenere le spese!
Ci sono alcune cose da sapere per chi vuole cimentarsi nel bici+treno, e con l’esperienza accumulata sono ormai in grado di dare consigli che potrebbero risultare utili.
Come accennato, il bici+treno può essere parte di una vera e propria vacanza di più giorni, oppure rappresentare l’occasione per una pedalata di qualche ora in luoghi altrimenti difficilmente raggiungibili. Per me che sono di Bolzano, per esempio, un bel giro al lago di Garda comporterebbe una pedalata di circa 250 km. So che c’è chi sarebbe in grado di fare questo ed altro, ma francamente io mi accontento di 100, tutti fatti con vista lago… gli altri li lascio al treno
Per il bici+treno conviene studiare tragitti che non prevedano partenze o arrivi nelle stazioni principali in periodi e orari di grandi afflusso. Per quanto maneggevole, una bici limita i movimenti quando ci si trova in luoghi molto affollati, soprattutto se si ha un po’ di fretta. Ciò non esclude la possibilità di frequentare anche snodi ferroviari importanti. Nel 2019, per esempio, mi sono cimentato in un bici+treno di tre giorni che ha previsto il transito nelle stazioni di Verona, Bologna e Ancona, il tutto facilitato dal fatto che per il cambio avevo oltre mezz’ora di tempo e che non era un periodo di alta stagione. Negli anni seguenti ho avuto la possibilità di fare brevi visite a Verona, Mantova, Milano e Genova, in attesa della partenza del treno successivo.
È importante programmare al meglio il viaggio, con un occhio di riguardo agli orari, che sono comunque chiaramente riportati sul sito di Trenitalia (www.trenitalia.com). Meglio stare abbastanza larghi con i tempi, sia perché (come già detto) muoversi con una bici è leggermente meno agevole, sia perché potrebbe capitare di giungere in stazione sudati e arruffati con la necessità, prima di risalire sul treno, di darsi una rinfrescata.
I convogli destinati al trasporto di biciclette montate sono alcuni intercity e i regionali (anche quelli veloci), ma non proprio tutti: mi è capitato di salire fiduciosamente su un regionale che da Verona andava a Vicenza e di essere accettato a bordo solamente perché semivuoto e grazie alla comprensione del capotreno. In questo caso infatti nessuna delle carrozze aveva uno spazio destinato alla mia due ruote. Attenzione dunque ai pittogrammi sui treni e ai simboli presenti quando si consultano gli orari sul sito Trenitalia. Anche gli Eurocity sono adibiti ad accogliere i ciclisti con bici al seguito, ma la mia esperienza nel 2022 è stata a dir poco negativa: 62 euro sulla tratta Bolzano-Bologna con 30′ di ritardo e la mia bike sistemata in qualche modo tra i bagagli, io seduto a due vagoni di distanza senza la possibilità di tenerla sott’occhio, e meno male che avevo portato un lucchetto. In sostanza: Eurocity, mai più!
Il trasporto della bici montata non è consentito invece sui treni di lungo percorso (come i Freccia), ma come già accennato dall’ottobre 2020 è possibile su molti intercity (vedere https://www.trenitalia.com/it/offerte_e_servizi/faq_bici.html alla domanda “Dove posizionare la bici a bordo?”) e questa è una gran bella notizia. In ogni caso sul sito di Trenitalia si possono ottenere tutte le informazioni necessarie. Come detto l’abilitazione al trasporto bici è indicato da un simbolo apposito.
Con gli anni ho fatto esperienza nell’individuare, mentre il treno entra in stazione, quale potrebbe essere il vagone (o i vagoni) adibito a trasporto bici: prima lo si capisce e meglio è, pena dover risalire di fretta tutto il convoglio per raggiungere la carrozza giusta! A questo proposito ho assistito ad una scena poco edificante alla stazione di Peschiera, su un convoglio di Trenord. Due turisti muniti di bici, evidentemente poco pratici, hanno esitato un attimo di troppo non capendo bene dove accomodarsi con le biciclette. Ebbene, il capotreno (non posso giurare che li avesse visti) ha dato l’OK per la partenza, le porte si sono chiuse e gli sprovveduti cicloturisti sono rimasti a terra! Come fare, in questi casi? Meglio buttarsi nel treno prima della chiusura delle porte e buonanotte! Così ho fatto io a Milano Lambrate, una volta resomi conto che la carrozza bici era in testa al treno, ed io ero al termine del convoglio. Mi sono trovato un posticino e, spiegata la situazione al controllore, ho potuto proseguire il mio viaggio come da foto:
Sui treni più datati si trova una carrozza che dispone di rastrelliere verticali, dove la bici viene appesa per la ruota anteriore all’apposito gancio. Mi capita talvolta di sistemarmi in qualche modo proprio lì; se il controllore ha qualcosa da obbiettare ci si può accomodare nello scompartimento vicino, potendo comunque tenere sott’occhio la bici grazie agli ampi finestrini delle porte divisorie. Su alcuni nuovi treni, invece, le cose si sono fatte più complicate, in quanto gli spazi bici sono a stretto contatto con posti a sedere e passeggeri in transito… come dire che se una cosa funziona ci si impegna a peggiorarla! :-/ Comunque con gli anni le soluzioni sono sempre più varie, e ultimamente mi sembra che si sta tornando ai ganci per la sistemazione della due ruote in verticale.
Il viaggio in treno, questo è risaputo, passa più velocemente se ci si dedica alla lettura. Ecco dunque che basta qualche pagina fotocopiata di un libro, magari uno di quelli che a casa non si trova mai il tempo di leggere, per dare un valore aggiunto alla nostra giornata! Mettere la bici in treno sta però diventando così popolare, che trovare compagni di viaggio con cui scambiare chiacchiere ed esperienze diventa sempre più frequente.
Per quanto riguarda la bici, che sia una vecchia MTB o la specialissima da corsa, il rischio furto è remoto, ma non del tutto da escludere. Un antifurto a cavo (leggero, magari a combinazione per evitare di perdere la chiave del lucchetto…) può essere utile se ci si deve allontanare per qualche motivo; in alternativa è sufficiente tenere d’occhio il proprio mezzo durante le fermate. Inutile dire che gli oggetti importanti (soldi, documento, biglietti del treno, cellulare…) vanno tenuti con sé. Trovarsi senza biglietto, senza documenti e senza soldi a cento o più chilometri da casa non è certo una prospettiva esaltante! Per la massima sicurezza, io porto sempre con me anche il Bancomat: male che vada, sarò in grado di comprare una nuova bici o noleggiare un aereo per il rientro
Parlando degli oggetti che si portano con sé non si può non citare uno dei (pochi) difetti dello spostarsi in treno: non siamo in macchina, dove lasciare un ricambio, acqua per rinfrescarsi eccetera e quindi tutto l’armamentario, sia pur ridotto all’osso, deve trovare posto sul ciclista o sulla bici. Conviene dotarsi quindi di uno borsetta da applicare al telaio (ve ne sono di tutte le forme e misure), ma è chiaro che spostarsi quando fa freddo (soprattutto se si prevede di sudare molto) diventa un po’ problematico: si rischia di avere un bagaglio troppo ingombrante. Bici+treno, quindi, preferibilmente nei periodi caldi! Questa mia attitudine a viaggiare leggero non trova ovviamente tutti d’accordo: mi capita di incontrare pedalatori con bici talmente cariche di bagagli da farle sembrare camper su due ruote. A me non piace questa soluzione, ma come si dice de gustibus disputandum non est!
Talvolta nei miei viaggi opto per la bici da trekking: si tratta di una via di mezzo tra una MTB e una bici sportiva, è adatta anche allo sterrato leggero, è decisamente meno costosa e meno “delicata” della specialissima da corsa, sia per quanto riguarda gli eventuali graffi che dovesse riportare in treno, sia per le forature che rischiano di far saltare i piani della giornata.
Argomento biglietti: all’ultimo aggiornamento della pagina (2022) il giornaliero per la bici costa 3,5 Euro, acquistabile sia alle biglietterie tradizionali, sia a quelle automatiche (selezionando “altri servizi”), ma anche online selezionando “altre stazioni/opzioni” e poi “altri servizi”. Ipotizzando un viaggio di circa 200 km tra andata e ritorno, la spesa complessiva supera di poco i 20 Euro; aggiungendone un’altra manciata per un panino e una bibita l’importo totale risulta accessibile a chiunque!
Un’altra nota dolente del bici+treno può essere il sovraffollamento: non sono pochi infatti coloro (soprattutto germanici) che utilizzano questa soluzione per allargare i propri orizzonti ciclistici. Se da una parte questo può permettere di scambiare quattro chiacchiere con dei “colleghi”, dall’altra può diventare spiacevole viaggiare in situazioni limite, costretto in piedi, stanco e sudato. Il regolamento prevede addirittura che il capotreno possa impedire la salita ad altri ciclisti quando l’apposita carrozza è già piena; anch’io sono stato “vittima” di un caso del genere, ma la cosa si è risolta in tutta tranquillità con l’arrivo del regionale successivo 20 minuti dopo. Per questo io prediligo i mesi primaverili e quelli autunnali (e gli orari senza pendolari); accade talvolta che mi trovi a disporre di una carrozza tutta per me, cosa potrei chiedere di più?
Fin qui ciò che riguarda il “bici+treno” tradizionale, quello disponibile, come detto, sulle tratte regionali e interregionali, oltre che su molti intercity. Altro paio di maniche è smontare la bici e riporla in una sacca apposita. In questo caso potremo trovare posto anche sul Frecciarossa (senza pagare supplementi, in quanto la bici smontata viene equiparata a una normale valigia) e gli orizzonti si amplierebbero a dismisura… ma si pone il problema del luogo in cui lasciare la sacca (magari al deposito bagagli?) e non va trascurato il fatto che, per quanto pulita possa essere, le operazioni di montaggio/smontaggio del mezzo comportano normalmente qualche segnaccio di unto sulle mani.
Un compromesso l’ho provato nell’aprile 2018, quando ho viaggiato su treni veloci noleggiando la bici sul posto. In quell’occasione scesi a Cattolica, dove mi aspettava uno dei tanti negozietti che noleggiano bici ai turisti. Mi procurai un’ottima bici da donna con un capiente cestino e pedalai fino a Fano (passando ovviamente per Casteldimezzo :-)), per poi tornare sui miei passi il giorno dopo.
Ma il bici+treno più bello (almeno per ora…) l’ho realizzato nell’aprile 2019: oltre 1000 km di spostamenti in tre giorni, ben 8 cambi di treno e tre belle pedalate. L’avventura è iniziata alla stazione di Riccione dopo un viaggio, bici al seguito, tutto sommato confortevole con cambi a Verona e Bologna ed è proseguita il giorno dopo con altri due treni, con cambio ad Ancona e destinazione finale a Porto Recanati. Poi, il giorno dopo, il viaggio al contrario. Il tutto inframezzato, ovviamente, dai tratti pedalati e da due notti trascorse comodamente in hotel: non rinuncerei mai, dopo la fatica, a una bella doccia e a un letto comodo!
Un’altra bellissima esperienza è stata quella del giugno 2020. Questa volta ho scelto di portare con me sul treno, fino a Gabicce, la bici da corsa. Sono stati tre giorni veramente intensi, vissuti pedalando con vista mare. Di meglio non potevo chiedere. L’andata, con due cambi, è filata liscia come l’olio. L’ampio margine di tempo tra un arrivo e la partenza successiva ha reso il viaggio tranquillo e rilassante, cosa a cui ha contribuito anche il bagaglio ridotto al minimo (uno zaino e nulla più). A Verona, avendo due ore di tempo, ho percorso la ciclabile che porta a piazza Bra e mi sono fatto un selfie davanti all’Arena… viaggiando in auto mai e poi mai avrei potuto prendermi un lusso del genere! Alle 16:25 sono sceso dal treno a Cattolica e alle 17, dopo una breve sosta in albergo, ero già in bici Il ritorno è stato un po’ più problematico, nonostante un solo cambio. Tra Cattolica e Bologna lo spazio, sia per le bici che per i viaggiatori, era piuttosto risicato. In più ho notato che si fa sempre più largo tra gli extracomunitari che fanno la spola tra le stazioni toccate dai treni regionali l’abitudine di portarsi appresso vecchi catenacci, che sistemano alla meglio. È capitato che uno di questi venisse appoggiato alla mia bici, non essendoci altri posti a disposizione. Per fortuna non sono “fissato”, perché il rischio di uscirne con un graffio c’era (ma devo dire che il ragazzo ha dimostrato una certa attenzione). Il bici+treno, quindi, non è adatto a chi ha un atteggiamento, diciamo così, particolarmente protettivo (e non sono pochi) verso la propria specialissima. Dopo Verona c’è stato un guasto e la linea del Brennero è rimasta bloccata nei due sensi per diverso tempo, tanto che il ritardo finale ammontava a quasi due ore. Mi consolo con il fatto che, se mi fossi trovato su un Freccia, non sarebbe cambiato gran che. Anche in questa occasione mai avrei scambiato questa esperienza con una noiosa, stressante, anti-ecologica e pericolosa trasferta in automobile!
A fine aprile 2021, non appena è stato possibile spostarsi nuovamente tra regioni diverse (Covid…), ho ripetuto la tre giorni a Cattolica. Questa volta, viste le previsioni meteo, ho portato con me la bici da trekking, e infatti nei tre giorni di pedalate ho preso un sacco di acqua. Ma il viaggio è andato alla grande, sia all’andata che al ritorno. Non un ritardo, non un inconveniente. Treni di varia fattura, ognuno con una diversa sistemazione delle bici. Sarebbe bello ci fosse uno standard, in modo da non dover individuare ogni volta la carrozza bici. Ma i pittogrammi apposti sulle vetture rendono la cosa piuttosto semplice.
Le avventure si stanno facendo via via più frequenti, tanto che ormai inizio a perderne il conto Nel maggio 2022 sono stato in Liguria, riviera di Ponente… semplicemente fantastico. Nessun problema, nessun intoppo, niente ritardi. Uno zaino, la bici al fianco e gli occhi pieni di cielo e mare. Al rientro, un comodissimo intercity mi ha portato da Imperia a Milano: un lusso da mille e una notte! A giugno mi sono divertito come un bimbo ideando un viaggio di andata in Toscana (Orbetello) in due tappe, cosa che mi ha permesso di visitare Bologna e salire al Santuario della Madonna di San Luca (la bici ce l’avevo…) e di arrivare a destinazione il giorno dopo in tempo per un comodo giro pomeridiano. Il rientro è iniziato benissimo, ho avuto anche il tempo di visitare la favolosa tenuta di San Rossore, presso Pisa, poi qualche ritardo e un guasto hanno un po’ rallentato il viaggio. Ma tutto si è risolto con un arrivo a Bolzano posticipato di una mezz’ora.
Concludo con la considerazione che la qualità del servizio di Trenitalia è in miglioramento: pian piano, pur con alcune contraddizioni, la bici sta guadagnando il posto che le spetta! Sul servizio di Trenord ho qualche perplessità in più, ma anche questa compagnia sembra aver preso in considerazione l’interazione bici-treno.
Sono costretto ad aggiornare questa pagina perché l’avvento della bici elettrica sta guastando tutto. La classica “due ruote” muscolare è sempre più spesso sostituita da un mulo robotico a cui si delega la fatica e che viene caricato all’inverosimile, anche e soprattutto del superfluo. La bici diventa così una sorta di surrogato dell’auto, grazie al quale ci si illude di ritrovare la libertà persa tra le infinite colonne in autostrada. A mio parere questo non fa altro che spostare le nevrosi dal volante al manubrio; lo prova il fatto che su una bici elettrica si vede caricare di tutto, anche la moka del caffè… parliamo di mezzi che arrivano a pesare 30 e più kg, e che annullano la bellezza di spostarsi in leggerezza e semplicità. Tra l’altro questi voluminosi mezzi arrivano ad occupare un intero stallo, che metterebbe a disposizione tre posti bici. Così, per la presunta libertà di qualcuno, altri sono costretti a restare a terra ed attendere speranzosi il treno successivo. Della serie: come rovinare qualcosa che sembrava poter rappresentare una svolta nel modo di viaggiare… tristezza assoluta!
Ricapitolando:
VANTAGGI del bici+treno: ecologico, sicuro, economico, stimolante.
DIFETTI: mancanza di appoggi esterni… ma questo può dare un pizzico di avventura in più al nostro viaggio Ultimamente i treni sono sempre più popolati da voluminosissime E-bike, che poco hanno a che fare con il vero spirito del ciclismo, che parla di libertà e di semplicità :-/ Proprio per questo cercherò di limitare sempre più il bici+treno al semestre freddo, quando certi mostri restano in cantina.
UN SUGGERIMENTO: l’utilizzo delle scarpe da MTB permette di camminare agevolmente, soprattutto quando si ha fretta, e di salire/scendere dal treno senza rischiare l’osso del collo! C’è anche chi in treno applica dei copritacchette sulle scarpe da ciclismo classiche: ottima soluzione anche questa!
Sulle pagine della FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, di cui io sono un affiliato) si trovano interessanti pagine con mille informazioni sull’argomento.
Ci si può rifare anche al sito Trenitalia.
Consultate anche il sito dedicato all’argomento che ho creato con Google Sites!
BUON BICI+TRENO A TUTTI!
Fantastico