Eri solo da incontrare

Questo pezzo, più che una lezione di astronomia, vuole essere un accorato appello ad avvicinarsi a una delle più incantevoli attività che esistono…

La mia passione per stelle e pianeti iniziò durante l’infanzia, ma per lungo tempo rimase confinata a libri e documentari; mi mancava la “discesa in campo”, il passaggio dalla teoria alla pratica. Certo, spaziare con la fantasia tra supernovae abbaglianti come galassie e stelle di neutroni stracolme di materia degenere era senza dubbio un’attività terribilmente affascinante, ma per anni ignorai quanto l’osservazione astronomica potesse essere entusiasmante.
Una pioggia di meteore in una serata di ottobre, che sembrava uscita da una fiaba, ha acceso una fiammella divenuta presto un incendio: di lì a poco l’osservazione della volta celeste, delle stelle e delle costellazioni prese prepotentemente posto nei miei pensieri.
Fino a quel momento la notte mi era apparsa come un intervallo nel quale sospendere ogni attività a contatto con la Natura; ora, invece, è l’occasione per lasciare che lo sguardo e la fantasia si perdano in un mare di luci multicolori.
Non dimenticherò mai, in particolare, la prima volta in cui ho diretto consapevolmente lo sguardo verso il cielo notturno e ho individuato senza esitazioni la lampadina rossa di Betelgeuse… un’emozione riservata a pochi fortunati. Ci sarebbero state bene, in quel momento, le parole della canzone scritta da un famoso cantautore italiano: eri solo da incontrare, ma tu ci sei sempre stata… Non avrei saputo trovare un’espressione più azzeccata: Betelgeuse ha brillato per milioni di anni nel cielo terrestre prima che io alzassi gli occhi e mi accorgessi di lei. Sembra una favola, invece è realtà.
È ovvio che un certo bagaglio di conoscenze in materia renda la “navigazione” tra gli astri decisamente più coinvolgente: la consapevolezza, per esempio, che dietro ad ogni stella si celi una fornace atomica, capace di produrre valori di pressione e temperatura mostruosi, ci fa ringraziare il cielo (è proprio il caso di dirlo) di trovarci a distanze enormi! Un’osservazione sprovveduta, del resto, è piuttosto frustrante: il groviglio di puntini scintillanti può risultare del tutto inestricabile, tanto da far desistere anche il più tenace dei contemplatori.
Mi piace mettere ordine nel cielo, perché è un po’ come mettere ordine nei miei pensieri; dopo un breve periodo di “apprendistato” tutto diventa semplice grazie ad alcuni asterismi (figure che si ottengono unendo astri vicini con delle linee immaginarie) facilmente rintracciabili: alcuni tra i più evidenti sono la spada di Orione e il profilo di un aquilone che fa capo all’arancione Arturo; entrambi si stagliano in modo inconfondibile nell’oscurità per buona parte dell’anno.
Grazie ad una manciata di riferimenti, dunque, ogni puntino luminoso trova posto nel cielo, come in uno smisurato puzzle cosmico: sfido chiunque a trovare qualcosa di più bello!
A vantaggio di chi vuole avvicinarsi alle meraviglie del cielo, ho provato a stilare un decalogo di informazioni spicciole da tenere a mente.

1) La volta celeste, l’apparente sfera dal raggio infinito che circonda il nostro pianeta e di cui vediamo sempre una metà, non va considerata una superficie bidimensionale, quasi si trattasse del soffitto di una cupola; essa si estende (eccome!) anche in profondità. Su di essa si scorgono quindi (stiamo parlando di osservazione a occhio nudo) corpi come la Luna o i pianeti del Sistema Solare (la cui distanza si misura in centinaia di migliaia o milioni di chilometri) e altri ben più lontani, fino ai 2,5 milioni di anni luce della Galassia di Andromeda. Così, due stelle che appaiono vicine e sembrano giacere sullo stesso piano, possono essere invece separate da voragini cosmiche! Da notare, inoltre,che con i più moderni telescopi orbitali sono stati osservati corpi distanti diversi miliardi di anni luce: ciò che vediamo con i nostri occhi, quindi, non è altro che una modestissima porzione di uno spazio sconfinato.
L’unità di misura utilizzato per le distanze, il già citato anno luce, corrisponde a circa 9461 miliardi di chilometri (novemila miliardi…).

2) La natura degli astri che appaiono in questo straordinario scenario è molto varia: pianeti del Sistema Solare, stelle di vari colori, ammassi, piccole galassie satelliti della Via Lattea, nebulose… non è quindi corretto indicare tutto come “stelle”, meglio usare il termine generico “oggetti celesti”.

3) Per quanto detto al punto precedente, cerchiamo di non scambiare per stelle quelli che sono pianeti! La Luna (ovviamente), Venere, Giove e Marte sono tutti più brillanti della più luminosa stella del cielo (Sirio), inoltre la loro luce non presenta il classico tremolio, non trattandosi di sorgenti puntiformi. Con l’aiuto delle mappe celesti (o di un planetario su PC) i pianeti possono essere rintracciati abbastanza agevolmente.

4) Per un’osservazione gratificante vanno scelti una notte sufficientemente limpida, senza vento, (dotata, in termini tecnici, di un buon seeing) e un luogo lontano da fonti di luce e calore, preferibilmente in montagna, dove l’aria è limpida e secca. L’inquinamento luminoso delle città “cancella” dal cielo notturno buona parte degli astri.

5) Esistono alcuni sistemi di coordinate, simili a quelli utilizzati sulla Terra, per localizzare i corpi celesti. Per l’osservazione a occhio nudo non è strettamente necessario averne padronanza; è sufficiente (e anche divertente!) partire da un punto di riferimento facilmente riconoscibile per ricostruire velocemente tutta la mappa del cielo. Per fare questo, però, è consigliabile prendere confidenza con un’unita di misura che esprime la distanza angolare tra due astri sulla volta celeste: i gradi sessagesimali. La distanza angolare tra un punto posto sull’orizzonte e quello posto esattamente sopra la nostra testa (lo “zenit”) sarà di 90°; quella tra due punti opposti dell’orizzonte (esempio: est e ovest) di 180°. Si tenga inoltre presente che le dimensioni della Luna piena sono di circa mezzo grado, il palmo aperto di una mano, con il braccio teso, occupa circa 20°, un pugno chiuso con il braccio teso più o meno 8°, la distanza tra la nocca dell’indice e del medio equivale a circa 3°; infine nel Grande Carro, la distanza tra le stelle Megrez e Mizar corrisponde a circa 10°, mentre tra Dubhe e Merak ce ne sono 5.

6) Per una proficua osservazione conviene sempre tenere a portata di mano qualche indumento supplementare; passare del tempo all’aperto durante le ore notturne, quasi immobili, può risultare poco piacevole anche nel periodo più caldo dell’anno. Altro aspetto da raccomandare è quello della comodità: una sedia a sdraio potrebbe rappresentare un valido ausilio durante l’osservazione. Particolare curioso: gli astri più deboli vanno cercati con la coda dell’occhio, che è la parte dotata di bastoncelli, recettori specializzati nella visione crepuscolare e in bianco e nero.

7) Ogni astro ha una sua brillantezza sulla volta celeste, in termini tecnici una sua “magnitudine”. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, più la magnitudine è bassa più la stella brilla nel cielo. Le stelle più luminose visibili dalla Terra hanno magnitudine intorno a -1,5, il Sole -26,8 e la Luna -12. Chi possiede una vista d’aquila può osservare stelle di magnitudine +7. Da tenere presente che si sta parlando di magnitudine “relativa”, perché quella assoluta andrebbe misurata ponendo tutti i corpi celesti alla stessa distanza dalla Terra: e in quel caso la graduatoria della luminosità cambierebbe, e non di poco!

8) Osservando la sfera celeste a più riprese potremmo verificare che essa compie un giro completo in senso contrario alla rotazione terrestre (ovvero da est verso ovest) in 23 ore e 56 minuti, che ovviamente corrisponde al periodo di rotazione della Terra attorno al proprio asse. Non sono le stelle a girare attorno al nostro pianeta, posto al centro dell’universo, come sosteneva un certo Aristotele oltre 2000 anni fa… Durante la vita di un uomo esse rimangono praticamente fisse nelle loro posizioni; ciò che cambia è il nostro “punto di vista” durante il giorno e nel corso delle stagioni.

9) Alcune stelle e costellazioni non tramontano, e quindi possiamo contare per tutto l’anno sulla loro presenza sulla volta celeste; per questo sono definite “circumpolari”. La Stella Polare, in particolare, si viene a trovare (nella nostra epoca storica) proprio in prossimità del polo nord celeste (punto verso il quale è diretto il prolungamento settentrionale dell’asse terrestre) e rimane nella stessa posizione giorno e notte. L’altezza della Polare sull’orizzonte è sempre uguale alla latitudine dell’osservatore: per noi italiani basta guardare verso nord e alzare gli occhi di circa 40-45 gradi per individuarla. La Stella Polare è poco luminosa, ma per fortuna si trova in una zona di cielo povera di oggetti brillanti; attorno ad essa sembra compiersi il movimento delle stelle, che percorrono delle circonferenze di raggio variabile, fino al valore massimo che si ha per l’equatore celeste, proiezione nella sfera celeste dell’equatore terrestre. L’altezza sull’orizzonte dell’equatore celeste è uguale a un angolo di 90° meno la latitudine dell’osservatore. A Roma, per fare un esempio, posta a una latitudine di circa 42°, l’equatore celeste raggiungerà un’altezza di 90-42=48°.

10) Qualche ulteriore considerazione su alcuni punti “particolari” e altre amenità del cielo. Al polo nord terrestre il polo nord celeste si trova esattamente sulla verticale dell’osservatore, a un’altezza di 90° sopra l’orizzonte (in un punto chiamato “zenit”), mentre l’equatore celeste si trova a un’altezza di zero gradi, quindi radente all’orizzonte; il polo sud celeste si trova esattamente sotto i nostri piedi, nel punto opposto allo zenit, detto “nadir”, ovviamente invisibile. Zenit e nadir sono due punti locali, non assoluti come invece sono il polo nord e il polo sud celeste: in corrispondenza di essi troveremo quindi astri diversi a seconda dell’orario e della stagione. All’equatore la configurazione è letteralmente capovolta: qui l’equatore celeste si trova allo zenit, mentre polo nord e sud celeste hanno un’inclinazione di zero gradi, uno dalla parte opposta rispetto all’altro. Solo dall’equatore si riescono a osservare tutte le costellazioni del cielo, mentre a latitudini intermedie ci sono stelle che non si alzeranno mai sopra l’orizzonte. Chi abita a metà emisfero, come gli italiani, si rassegni quindi a escludere dalla propria lista dei desideri molti corpi celesti. Un ultimo accenno va all’eclittica, un cerchio massimo lungo il quale il Sole sembra muoversi nel corso dell’anno, passando gradualmente da una costellazione all’altra; in realtà si tratta della proiezione sulla sfera celeste del moto di rivoluzione della Terra attorno alla nostra stella. Lungo l’eclittica si muovono tutti i pianeti del sistema solare, e in corrispondenza di essa avvengono anche le eclissi (da qui il nome).

In questa animazione qualche consiglio per rintracciare le stelle più note del cielo boreale; la riproduzione del filmato è ciclica, quindi se ci capitate a metà basta aspettare che riparta ;-)

Nella seguente tabella vengono elencate le stelle più brillanti del cielo boreale e le loro caratteristiche principali.

Nome e
colore
Magnitudine
Apparente
Nome
di Bayer
Distanza
(A.L.)
Massa
(Sole=1)
Diametro
(Sole=1)
Note
Sole -26,73   1 1 E’ la nostra stella, una normalissima stella di classe G che, come si può dedurre da questa tabella, ha dimensioni decisamente ridotte.
Sirio -1,46 α CMa 8,6 2,15 1,88 Sirio è la stella più luminosa del cielo solo per la relativa vicinanza alla Terra: poco più di otto anni luce. In realtà di tratta di una stella di modeste dimensioni, poco più grande del Sole.
Arturo -0,04 var. α Boo 36,7 0,75 25 Arturo, che brilla di una inconfondibile luce arancione, è una degli astri guida del nostro cielo. Si tratta di una stella in uscita dalla Sequenza Principale
Vega 0,03 α Lyr 25 2,11 2,26
2,78
Vega ruota attorno al proprio asse all’impazzata, tanto da avere una forma ovale: affascinante pensare allo spettacolo di cui si potrebbe godere da un pianeta satellite.
Capella 0,08 α Aur 42,5 2,4
2,4
0,53
0,19
11,9
8,8
0,5
0,3
Capella brilla di luce gialla, pur essendo un sistema di quattro soli (due stelle binarie), di cui due giganti gialle e due piccole rosse
Rigel 0,12 β Ori 770 17 73 L’enorme e splendente Rigel è una delle stelle più evidenti nel cielo, e la più brillante di Orione, pur trovandosi a ben 770 anni luce dalla Terra.
Procione 0,34 α Cmi 11 1,4
0,6
2
0,01
Forma un sistema binario con Procione B; si tratta di una stella “normale”, poco più grande del nostro Sole, visibile perché molto vicina alla Terra.
Betelgeuse 0,58 var. α Ori 640 15-20 1000 E’ una gigantesca variabile rossa, grande 1000 volte il Sole: quando essa esploderà tutto intorno a essa sarà annichilito e dalla Terra (640 a.l.) splenderà come un quarto di luna.
Altair 0,77 α Aql 16,7 1,7 1,8 Altair ricorda Vega come dimensioni, distanza e periodo di rotazione attorno al proprio asse, schiacciamento polare incluso.
Aldebaran 0,85 var. α Tau 65,1 2,15 44,2 La gigante arancione Aldebaran, nella costellazione del Toro, sta uscendo dalla Sequenza Principale e anch’essa, prima o poi, illuminerà la notte terrestre con i suoi fuochi d’artificio.
Spica 1,04 α Vir 260 10,2
7
7,4
3,6
Spica si compone di due stelle blu (si tratta di una doppia spettroscopica), abbastanza vicine da indurre deformazioni gravitazionali l’una sull’altra.
Antares 1,09 α Sco 600 15-18 850 Anche la gigantesca arancione Antares è in realtà un sistema doppio, in cui la stella A offusca del tutto la visione del pur rispettabile astro B.
Polluce 1,15 β Gem 33,7 2 8,8 Polluce è una grande stella color arancio, la più vicina alla Terra avente queste dimensioni, ed è già entrata nella “terza età”. Attorno a essa è stato individuato un pianeta, Polluce b.
Fomalhaut 1,16 α PsA 25 2 1,83 La giovane Fomalhaut (solo 200 m.a.), poco più grande del nostro Sole, è circondata da un disco di materiale roccioso. E’ possibile che attorno alla stella ruoti anche un pianeta.
Deneb 1,25 α Cyg 1400-3200 15 114 La supergigante bianca Deneb, la coda del Cigno, cela ancora dei misteri. E’ luminosissima, forse 50 mila volte il nostro Sole con una magnitudine assoluta di ben -7.
Regulus 1,35 α Leo 77,5 3,4
0,3
0,8
0,2
3,7
?
Regolo, il “piccolo re” o “cuore del Leone”, è formato da ben quattro astri, due grandi bianco-blu e due nane, una rossa e una arancione.
Adhara 1,49 – 1,53 var. ε CMa 430 14,4 10,4 Adhara, il “ginocchio” della zampa posteriore del Cane Maggiore, è probabilmente un sistema triplo in cui predomina una calda supergigante blu.
Castore 1,58 α Gem 51,6 2,4
1,9
2,3
1,6
Castore è in realtà ben diversa dalla “gemella” Polluce, trattandosi di un sistema quadruplo con colori dal bianco al rosso. Al telescopio appare come doppia, allo spettroscopio quadrupla.
Shaula 1,62 λ Sco 326 10,4
8,1
1,8
6,2
5,4
?
Shaula, nella coda dello Scorpione, è visibile solo nel periodo estivo; in realtà si tratta di un sistema triplo, con due componenti blu relativamente massive.
Bellatrix 1,64 γ Ori 240 8,5 6 La blu Bellatrix, la spalla destra di Orione, è una delle stelle più calde visibili a occhio nudo: oltre 20.000 gradi. Si tratta di un sistema binario, essendo stata individuata una debole compagna
Alnath 1,68 β Tau 130 4,5 6 Alnath (o Elnath), stella beta del Toro, puta del corno più lungo, brilla di luce blu al confine con l’Auriga; è in uscita dalla Sequenza Principale
Alnilam 1,69 ε Ori 1300-1600 20 35 Alnilam è una supergigante blu (circa 28.000 gradi alla superficie), astro centrale della cintura di Orione. Essa illumina la nebulosa NGC 1990
Alnitak 1,7 ζ Ori 815 28
23
14
20
?
?
Sempre in tema di
incandescenza di distingue il sistema triplo di Alnitak, in cui la supergigante blu principale supera i 30.000 gradi alla superficie.
Alioth 1,76 ε UMa 81 3 4,2 Con Alioth, l’astro più
brillante dell’Orsa Maggiore, si torna a stelle più somiglianti al Sole, pur avendo essa una compagna: una nana bruna.
Kaus Australis 1,8 ε Sgr 147 4 7 Kaus Australis,
nel Sagittario, è una “gigante brillante” in uscita dalla Sequenza Principale e la sua luce bianca è visibile nonostante i 143 anni luce di distanza.
Mirphak 1,82 α Per 510 7,3 60 La (relativamente) gigante gialla Mirphak si staglia nel bel mezzo della costellazione del Perseo, al vertice di un triangolo.
Wezen 1,84 δ CMa 1800 17 215 Wezen (pronuncia: wazn), supergigante bianco-gialla, ha un posto di secondo piano nel Cane Maggiore di Sirio a causa della sua enorme distanza dalla Terra (ben 1800 anni luce).
Alkaid 1,85 η UMa 100 6 3,4 Alkaid (posta all’estremità del Grande Carro) è molto giovane (solo 10 milioni di anni) e potrà illuminare il cielo con la sua luce bianco blu ancora per molto tempo.
Sargas 1,86 θ Sco 270 3,7 20 Sargas, stella più meridionale dello Scorpione, passerà nel prossimo milione di anni dallo stadio di gigante brillante bianco-gialla a quello di gigante rossa.
Dubhe 1,87 α UMa 124 4 30 Il sistema quadruplo di Dubhe per ora indica insieme a Merak la Polare, ma nell’anno 20500 sarà essa stessa a indicare il nord.
Alhena 1,9 γ Gem 105 2,8
1
5
?
Alhena è in realtà formata da una coppia di stelle poco più grandi del Sole, che brilleranno
di luce bianca ancora per un po’, per poi trasformarsi in giganti rosse.
Murzim 1,98 β CMa 500 13,5 10,5 La blu Murzim (o Mirzam), nel Cane Maggiore, 28.100 volte più luminosa del Sole e 1.250 più di Sirio, per l’enorme distanza è solo 43esima nella classifica degli astri più brillanti.
Alphard 1,99 α Hya 177 3 56 La lampadina arancione di Alphard è facilmente rintracciabile nel cielo: non per niente il suo nome si traduce in “la solitaria”. Costellazione dell’Idra femmina.
Hamal 2,01 α Ari 65,9 1,5 13,9 Altro astro arancione è Hamal, la stella più luminosa dell’Ariete. Ha un pianeta: Alfa Arietis B
Polaris 2,01 var. α UMi 433 6,9
1,4
1,25
45
?
?
Nel sistema della Stella polare, distante ben 433 anni luce, accanto a una supergigante gialla splendono due nane bianco-gialle.
Diphda 2,04 β Cet 96 3 17 Avvicinarsi alla gigante giallo-arancione della Balena, Diphda, non sarebbe un’esperienza piacevole, data l’enorme quantità di raggi X emessa.
Saiph 2,05 κ Ori 721 16 22,4 Come altre, anche la supergigante blu Saiph paga lo scotto di trovarsi accostata a stelle molto calde e luminose, risultando nel complesso meno visibile delle sue “compagne di costellazione”, Orione.
Nunki 2,06 σ Sgr 220 7,8 5 Ponendo una stella come la blu Nunki, del Sagittario, alla distanza di Sirio, lo spettacolo nel cielo terrestre sarebbe da mille e una notte, essendo essa ben 3300 volte più luminosa del Sole!
Alpheratz 2,06 α And 97 3,6
1,8
2,7
1,7
La stella doppia blu-bianca di Alpheratz è contesa tra le due costellazioni di Pegaso e Andromeda, pur facendo ufficialmente parte di quest’ultima.
Mirach 2,06 β And 200 3,5 90 Anche la gigante rossa Mirach fa parte della costellazione di Andromeda, ma è destinata a sparire dal nostro cielo nel momento in cui passerà allo stadio di nana bianca.
Kochab 2,08 β UMi 126 2,8 42 Kochab è una gigante arancione che un tempo fu la stella del nord e che tornerà, un giorno, a esserlo. La sua distanza angolare dalla Polare è di 16 gradi
Ras Alhague 2,1 α Oph 46,7 2,1 2,5 Ras Alhague è la testa dell’incantatore di serpenti, l’Ofiuco; in realtà si tratta di due stelle, la più grande delle quali sta uscendo dalla Sequenza Principale.
Algol 2,3 – 3,5 var. β Per 92,8 3,6
0,8
1,7
2,9
3,5
0,9
Algol, nel Perseo, è il prototipo delle binarie a eclisse; è accompagnata da una terza stella posta a una distanza maggiore.
Denebola 2,14 β Leo 36 2,3 1,5 Denebola assomiglia molto al nostro Sole essendo solo leggermente più grande, e come la nostra stella in passato, essa presenta un disco di polveri che potrebbe dare vita a una coorte di pianeti.
Mintaka 2,21 δ Ori 915 15,5
5,5
?
?
3,8
?
25
10
?
?
6,5
2,5
Mintaka brilla di luce blu-bianca, ma in realtà si tratta di un sistema sestuplo multicolore.
Gemma 2,21 – 2,32 var. α CrB 75 2,7
0,92
2,9
0,9
La bianca Gemma (o Alphekka), nella Corona Boreale, ha una compagna che è quasi gemella del nostro Sole.
Sadr 2,23 γ Cyg 1520 12 225 La supergigante gialla Sadr è posta al centro della Croce del nord, l’asterismo osservabile nella costellazione del Cigno.
Etamin 2,24 γ Dra 148 1,7 48 Tra 1,5 milioni di anni la luce arancione di Etamin, astro che si sta avvicinando al sistema solare, arriverà a rivaleggiare con Sirio. Per ora è solamente la stella più brillante del Drago.
Shedir 2,25 α Cas 229 4,5 45 Schedir, stella più luminosa di Cassiopea, pur avendo una bassa temperatura superficiale (circa 4600 gradi), brilla come 885 soli terrestri grazie alle sue grandi dimensioni (45 volte la nostra stella).
Almaach A 2,26 γ And 355 10 73,5 Almaak di Andromeda si risolve al telescopio in una coppia di astri, in cui predomina una gigante arancione; in realtà i componenti il sistema sono quattro.
Mizar 2,27 ζ UMa 78 2,5
2,5
1,6
1,6
? Mizar, nell’Orsa maggiore, è un sistema in cui gli astri sono addirittura sei.
Caph 2.25 – 2.31 var. β Cas 54 2
?
3,8
?
La gigante bianco-gialla Caph si trova in uno stato particolare dell’evoluzione stellare, appena fuori dalla Sequenza principale, zona in cui le stelle trascorrono solo l’1% della loro vita. Sistema binario.
Algieba 2,28 γ Leo 126 31,9
10
1,23 Il sistema doppio di Algieba (giallo arancione+giallo) nel Leone è di grande impatto visivo per la sua suggestiva tonalità di colore giallo oro.
Dschubba 2,29 δ Sco 401 15
8
5
?
Il sistema doppio bianco-azzurro di Dschubba, nello Scorpione, splende a 400 anni luce dalla
Terra.
Merak 2,34 β UMa 79 2,64 2,84 Una dei puntatori della Polare, stella bianca con una massa tre volte il Sole e brillante 73 volte tanto.
Girtab 2,38 κ Sco 482 8,1
5,2
11,3
10
Girtab, poco alta sul’orizzonte in Italia settentrionale anche nelle migliori condizioni osservative, è una sorta di palla arancione che sfreccia nella galassia a una velocità di 63 km/sec rispetto al Sole.
Tsih 2,15 – 3,40 var. γ Cas 613 15 ? Tsih, Gamma di Cassiopea, è il prototipo di una categoria di variabili; ruota attorno al proprio asse a una tale velocità da scagliare getti di materia intorno a sé. In realtà è un sistema triplo.
Enif 2,4 var. ε Peg 670 10,5 150 Enif è una supergigante arancione, muso e stella più brillante di Pegaso ancora per alcuni milioni di anni, essendo ormai alla fine della sua esistenza.
Aludra 2,38 – 2,48 var. η CMa 1700 (?) 19,2 47 La blu Aludra brilla come 66000 soli, ma è solo quinta per visibilità nel Cane maggiore causa l’enorme distanza che la separa dalla Terra: ben 1700 anni luce. Pulsa in modo non radiale.
Scheat 2,31 – 2,74 var. β Peg 199 6 95 Scheat nel Pegaso è seconda per visibilità solo a Enif; da notare la modesta temperatura superficiale (3700 gradi), che la fa brillare di luce rossa.
Phad 2,44 γ UMa 84 2,6 3 Phad (o Phecda) è una stella “ordinaria”, un po’ più grande e un po’ più calda del Sole, posta in corrispondenza della coscia dell’Orsa maggiore.
Alderamin 2,44 α Cep 48,8 1,74 2,5 La bianca Alderamin, nel Cefeo è posta nei pressi del polo nord celeste, che occuperà nuovamente (e temporaneamente) attorno all’anno 7500. Possiede un’alta velocità di rotazione attorno al proprio asse.
Markab 2,49 α Peg 140 3 4,5 Markab segna l’angolo in basso a destra di Pegaso; l’unica differenza con il Sole, a parte le dimensioni un po’ maggiori, è l’età più avanzata, che la porterà presto a raggiungere lo stadio di gigante rossa.
Gienah 2,5 ε Cyg 72 2 12 Gienah del Cigno è l’ultima stella in ordine di magnitudine di questa classifica, toccando il valore di 2,5: una gigante giallo-arancione destinata a finire i suoi giorni come nana bianca.

Per concludere: la sera, piuttosto di sprecare tempo davanti a programmi-spazzatura, spegnete la TV, fate un lungo respiro e alzate gli occhi al cielo… perché le vere star sono lassù! ;-)

Ogni fazzoletto di cielo, come questo nell’ammasso globulare M5 (NGC 5904) nella costellazione del Serpente, si rivela al telescopio spaziale Hubble come una fantastica raccolta di astri di ogni tipo e colore… più bello del più bello dei sogni!

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