Il giro del Crero o dei liscioni glaciali
Il percorso che ha come base Torri del Benaco e come tappa intermedia il minuscolo borgo di Crero viene comunemente definito “giro del Crero”. Io l’ho intrapreso quasi per caso nel febbraio 2018 e ho scoperto che oltre a essere un meraviglioso itinerario panoramico sul lago esso rappresenta l’ennesimo, interessante punto di osservazione degli effetti che i ghiacciai quaternari hanno avuto sulle rocce gardesane. Ricordiamo che i periodi glaciali negli ultimi 2 milioni di anni furono diversi (alcuni studiosi ne riconoscono ben sei) e che molte delle tracce oggi visibili vanno attribuite all’ultimo, il Würmiano.
Proprio a questo periodo glaciale (e quindi alle ultime decine di migliaia di anni) risalgono infatti i liscioni che caratterizzano lunghi tratti del percorso in esame, tanto che esso, a mio parere, potrebbe essere ribattezzato “il giro dei liscioni”.
Le foto che seguono sono state scattate lungo il percorso e dimostrano come le superfici rocciose di Oolite di San Vigilio del Baldo, disposte a franapoggio, siano state spianate e levigate dall’azione abrasiva degli innumerevoli ciottoli contenuti nel ghiaccio. Tra l’altro su tali strutture trovano posto depositi poco o per nulla coerenti di derivazione glaciale (tra cui anche massi erratici in granito) e in minor parte fluvioglaciale, che ribadiscono ancora una volta l’origine di queste morfologie.
Per quanto riguarda l’aspetto prettamente turistico ho trovato l’itinerario facile e molto gradevole, con magnifici scorci sul lago; da Crero si può abbracciare con lo sguardo quasi tutto il Garda. La quota alla quale si trova il paese (poco sopra i 200 metri) lo rende raggiungibile anche per i meno allenati. Per un camminatore discreto tre ore sono più che sufficienti per andata e ritorno. Si può lasciare l’auto a Torri nel parcheggio a pagamento (gratuito in bassa stagione) nei pressi del molo da cui parte il traghetto per Maderno, ma per accorciare un po’ il percorso e/o risparmiare qualche euro si può imboccare la salita per Albisano e dopo poche centinaia di metri, prima di una curva a destra, imboccare l’angusta strada in direzione Coi parcheggiando dopo circa 1 km davanti al cimitero (attenzione però, ci sono solo pochi posti auto!).
Da lì inizia un sentiero con fondo ciottolato a sassi grossi. La mulattiera è molto antica e serviva per mettere in comunicazione i centri abitati posti a mezza costa sulla sponda veronese del lago. Da essa si dipartono inoltre numerosi sentieri, spesso selciati, che permettono di risalire il massiccio del Baldo. Superato il piccolo abitato di Coi con tratti in buona pendenza si prosegue a sinistra e si guadagna lentamente quota. Dopo pochi minuti si incrocia una strada asfaltata (Via Mazurine di Sopra), la si attraversa e si prosegue sullo sterrato in direzione nord. La segnaletica ci porterà poi a salire più decisamente di quota e raggiungere infine Crero tra boschi di roverelle, carpini neri e ornielli alternati a spazi coltivati con alberi da frutta e viti.
Sembra tutto facile… in realtà io mi sono perso quasi subito! La cartellonistica (opinione confermata anche da altri escursionisti incontrati lungo il percorso) è in alcuni punti piuttosto carente, talvolta assente. A me è capitato, poco sopra Coi, di proseguire in salita (a destra) invece di rimanere sul sentiero (segnato solo da sbiadite strisce rosse e bianche) e di finire ad Albisano, a quota ben maggiore di quella preventivata. Non che mi sia dispiaciuto, chi mi conosce sa quanto ami Albisano ;-), ma la deviazione ha allungato non di poco il percorso. In ogni caso, come si può vedere nella traccia del GPS che allego in fondo a questa pagina, poco dopo Albisano si può agevolmente ricollegarsi al sentiero principale (numero 41) e proseguire verso Crero, non prima di aver ammirato con una piccola deviazione sulla sinistra uno dei tanti liscioni su cui sono disegnati graffiti dell’età del bronzo a cui si aggiungono incisioni di epoca medioevale. Da ricordare che a Crero si trova una trattoria con un terrazzo molto panoramico, chiusa però nei mesi invernali; ci sono tornato a settembre, questa volta salendo in bici dalla Gardesana, ho mangiato bene anche se visto il prezzo non economico oltre ai tortelli di zucca penso di aver pagato anche per il panorama
A pochi passi dalla trattoria si può ammirare la bella chiesetta di San Siro, con una strepitosa vista sul lago. Dalla chiesetta si può salire verso San Zeno o proseguire in piano verso Pai di Sopra, da cui poi si raggiunge in breve il lungolago.
Traccia GPS
Per approfondimenti: a spasso sul Garda