Il mio lavoro ideale

Capita, prima o poi, di pensare a quale potrebbe essere il nostro lavoro ideale. Sarà per la mia natura di insoddisfatto cronico, ma a me succede spesso… di certo il mio si svolgerebbe all’aria aperta, a diretto contatto con la natura e con i suoi fenomeni, avrebbe a che fare con la bici e mi dovrebbe permettere un’ampia libertà di movimenti. La cosa potrà far sorridere, ma tirando le somme ogni volta giungo alla stessa conclusione: il mio lavoro ideale sarebbe fare il postino, in bici, sul lago di Garda!
Mi trovo a volte “incantato”, a sognare con lo sguardo rivolto verso lo spicchio di cielo visibile dalla finestra, con il PC in attesa di un input che non arriva…

Ufficio postale di Torri del Benaco (chissà se esiste!), sono le 7.30 di un mattino di primavera e tra poco si inizia a lavorare.
Mi sistemo la divisa (personalizzata, ovviamente: manicotti e giacchina hi-tech, gambali e guanti fuori ordinanza) e sono pronto per il giro di consegne, tra cartoline e raccomandate da disseminare un po’ ovunque sul versante gardesano del Monte Baldo.
Scorro velocemente l’elenco che mi è stato consegnato e pianifico il percorso: queste lettere in paese, un paio ad Albisano, un pacchettino da portare a San Zeno, per questa invece devo salire fino a Prada Alta… va bene così, oggi mi sento in forma… poi, scendendo, fermata a Lumini per una raccomandata.
Bici leggera e superaccessoriata, bauletto, casco multicolore e via per l’ennesima avventura!
In paese sono ormai un personaggio conosciuto, un po’ strano ma benvoluto da tutti: mi chiamano “il postino volante”.
Un cenno di saluto del barbiere all’angolo, un frutto preso al volo per lo spuntino di metà mattina e subito a sbrigare le incombenze in paese, perché il divertimento vero inizia solo quando la strada si impenna sotto i pedali.
Ecco, ci siamo! La salita verso il paese di Albisano, quattro chilometri tra oliveti e vecchi casolari, è un toccasana per lo spirito. Nelle giornate limpide si può abbracciare con lo sguardo quasi tutto il Garda e i monti circostanti. In quelle più cupe, invece, esso appare tra la nebbia in modo quasi inquietante… ma rimane sempre il mio amato lago!
Con qualunque tempo è un piacere risalire gli stretti tornanti verso Albisano: qui ovviamente ho tempi e riferimenti cronometrici di ogni tipo, ma molto dipende dal bagaglio che il lavoro mi impone!
Ci sono periodi dell’anno, dimenticati dal turismo di massa, in cui entrare in paese è davvero una festa: all’inizio della primavera, per esempio, con il sole tiepido che porta allegria e gli olivi che iniziano a rifiatare dopo i rigori invernali. Anche il farsi largo tra la foschia autunnale ha un sapore particolare: in ogni momento dell’anno il Garda e i suoi monti sanno farsi amare.
Nei paesini che punteggiano il Baldo, dietro i ristoranti per i turisti piazzati lungo la strada principale, esiste ancora un mondo che sa d’altri tempi. Gente anziana e semplice, con la quale scambio volentieri due parole, sempre pronta a raccontare qualche interessante aneddoto dei tempi che furono.
Ad Albisano una sosta nella piccola Piazza Garibaldi non manca mai… è l’occasione per gettare uno sguardo su uno dei più bei panorami del mondo. Talvolta capita che la posta da consegnare non sia poi così tanta… e allora mi concedo qualche attimo in più dinnanzi alle distese di ulivi che scendono verso il lago. Sono davvero fortunato a poter disporre a piacimento di una simile vista!
Oggi però ho poco tempo: devo salire fino a Prada Alta, ce ne sarà da pedalare!
Qualche chilometro di salita ed eccomi in vista di San Zeno di Montagna.
La varietà della natura gardesana non finirà mai di stupirmi: sono partito da Torri con un bel sole che scaldava i limoni del lungolago mentre qui fa decisamente più fresco e il contesto è tutt’altro che mediterraneo! Inoltre quei nuvoloni non preannunciano nulla di buono, o di cattivo, dipende dai punti di vista! Eh già, che gusto ci sarebbe se il meteo fosse sempre uguale? “Variabilità” è una parola che mi piace, non c’è niente di meglio per rendere il mio lavoro ancora più interessante.
Beh, sembra proprio che oggi verrò accontentato, perché sta iniziando a piovere… mentre il lago continua a scintillare al sole! Che strana situazione, qui ci vuole una foto! Ma sì, per oggi trascurerò il cronometro, preferisco immortalare l’evento. Nel corso degli anni ho raccolto una tale quantità di immagini che prima o poi ci farò una mostra. La chiamerò: “Il postino volante, emozioni sul Lago di Garda” o qualcosa del genere. Ci penserò.
Qualche scatto, poi via a sbrigare le mie consegne a San Zeno. Per oggi potrei già dirmi sazio di fatica e sensazioni, ma non sono che a metà dell’opera.
Riprendo a salire verso Prada: la ragione consiglierebbe di risparmiare un po’ le forze ma l’istinto è troppo forte, fisso nella mia mente la smorfia di Marco Pantani sull’Alpe d’Huez, nel 1997, mi esalto un po’ e mi ritrovo alto sui pedali a spingere il “rapportone”… ehi, questo sì che è un bel viaggiare!
Dal lungolago, poco sopra il livello del mare, sto raggiungendo la “cima Coppi” di giornata, a oltre 1000 metri di quota: un bel dislivello, non c’è che dire! Fa freddo, lo vedo dal termometro del ciclocomputer che segna 5 gradi! A completare l’opera inizia a piovere più forte, goccioloni gelidi che sembrano piccole scosse sul viso.
Neanche il tempo di bagnarmi ed ecco un’altra sorpresa: la pioggia lascia improvvisamente il posto a una vera e propria bufera di pallini di ghiaccio che cadono e rimbalzano dappertutto con un curioso rumore. Sembra polistirolo, ma è purissima neve del Baldo, proprio quella che adoro!
Indosso senza fermarmi, come fanno i “prof”, la mantellina rigorosamente trasparente, in modo che la divisa sia sempre in bella vista: così la forma è salva e la salute anche!
In pochi minuti tutto s’imbianca, ma io continuo tranquillamente il mio lavoro perché ne ho passate ben di peggio! Come quella volta in cui vidi piombare su di me una “nube a muro” rotante, così la chiamano gli esperti di meteorologia, la parte più pericolosa di un temporale, carica di pioggia e foriera di trombe d’aria. Furono attimi di vera paura, riparato alla meno peggio sotto un albero, mentre a pochi metri da me volava di tutto.
E quella volta, in pieno inverno, che in discesa iniziò a cadere una pioggia fitta e gelida e mi accorsi di aver dimenticato a casa guanti e mantellina? Giunsi a Torri bianco e tremante, ma riuscii comunque a portare a termine il mio giro di consegne.
Eppure chi mi conosce sa che non cambierei il mio lavoro per nulla al mondo. Se penso che potrei languire in un anonimo ufficio con lo sguardo rivolto alla finestra, per carpire qualche segno di quello che accade fuori, nel mondo vero, mi vengono i brividi. Per fortuna la mia vita è questa: sole, nuvole, vento, pioggia, cielo e lago sono i miei inseparabili compagni… io non saprei chiedere di più.
Un tiepido raggio di sole mi scalda il viso e allontana i brutti pensieri: anche per oggi il lavoro è finito, e adesso giù a capofitto verso il lago! E chi mi ferma più fino a Torri? ;-)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *