La Girasile: in bici al mare!
Questo pezzo è il resoconto di una “due giorni” (22-23 settembre 2017) trascorsi a pedalare sulla ciclabile Treviso-mare (il primo giorno in un senso, il secondo nell’altro) con pernottamento a Jesolo. Il fatto di aver coperto per due volte in poche ore lo stesso percorso mi ha permesso di far tesoro dei piccoli errori commessi all’andata correggendo il tiro al ritorno. Le fonti consultate prima della partenza (questa in particolare, dove è possibile scaricare anche i tracciati) mi hanno inoltre dato la possibilità di apprezzare al meglio le innumerevoli risorse naturalistiche e storiche presenti lungo il tragitto.
Da notare che la ciclabile inizierebbe più a nord-ovest, nella zone delle risorgive tra Casacorba di Albaredo e Torreselle di Piombino Dese (TV), ma le recensioni trovate in rete mi suggeriscono che questo tratto deve essere ancora completato.
L’articolo è stato poi integrato e modificato durante una vacanza a Cavallino nel luglio 2019, un’altra avventura in bici+treno del marzo 2022 e un’ultima escursione, per ora, del settembre dello stesso anno.
Nove più… ecco il mio voto alla ciclabile (la Girasile, altrimenti detta Greenway o E4) Treviso-Jesolo provata tra il 22 e il 23 settembre 2017 (e poi percorsa in altre occasioni)! Oltre alla gradevolissima opportunità di pedalare per una sessantina di chilometri praticamente sempre fuori dal traffico, l’itinerario si snoda in un territorio dall’alto valore paesaggistico e culturale.
Per raggiungere il punto di partenza, posto nel capoluogo trevigiano, ho adottato l’ormai collaudatissima formula “bici+treno”, un po’ più complicata del solito a causa dei cambi a Verona e Vicenza. In questa occasione ho imparato che non tutti i treni regionali sono adibiti al trasporto bici! Dovrò tenere a mente che fanno fede i simboli riportati sulle tabelle orarie affisse nelle stazioni e sul sito di Trenitalia.
L’imbocco della ciclabile dista poco più di un km dall’uscita della stazione di Treviso centrale; l’avventura inizia quasi subito! Saltare in sella con la consapevolezza che alla fine del percorso ci aspetta il mare è stato per me fonte di ulteriore entusiasmo!
Conviene approfittare subito della fontana all’inizio di Via Alzaia per fare provvista d’acqua, perché quelle situate poco più avanti assomigliano a un abbeveratoio per cani e gli altri punti di rifornimento idrico lungo gli oltre 60 km del percorso, se ci sono, mi sono sfuggiti… bar e ristoranti a parte, ovviamente.
I primi chilometri si svolgono in parte su ciclabile cittadina e in parte su viabilità a traffico (molto) limitato lungo il fiume Sile, le cui placide acque ci accompagneranno fino alla costa adriatica. Tratti asfaltati si alternano ad altri sterrati; un tempo lungo questa riva (la “restera” del Sile) le bestie da soma venivano impiegate per il traino dei barconi.
All’altezza di una chiusa, dopo circa 5 km e con la città ormai alle spalle, si passa sulla sponda destra del fiume (questi riferimenti si ottengono tenendo, come da prassi, lo sguardo rivolto verso il mare). Basta seguire le indicazioni per Casier e il cimitero dei Burci. Preciso che sulle varie tabelle incontrate lungo il percorso non ho mai trovato la denominazione “Girasile” (spesso utilizzata in rete), quanto piuttosto dei segnali di colore marrone con la sigla “E4” oppure l’indicazione dei vari paesi sul percorso, talvolta anche con la distanza in chilometri.
In pochi minuti si entra in uno dei punti più belli della ciclabile. Qui una lunga passerella in legno (dove la bici va condotta a mano, attenzione ai controlli!) si inoltra nella zona di confluenza tra il nuovo taglio del Sile e un ramo morto, in un’ansa del fiume dove l’acqua è particolarmente tranquilla. Sono alcune centinaia di metri da fare a piedi, certo, ma godibilissimi: siamo infatti nel “Cimitero dei burci”, all’interno del Parco naturale del Sile. I burci, vecchi barconi semiaffondati e oramai integrati nella rigogliosa vegetazione fluviale, creano uno scenario davvero singolare. Peccato per il vetusto stabilimento industriale che si staglia sullo sfondo e che si spera venga prima o poi demolito. Anatre e cigni, che troveremo numerosi lungo tutto il corso, ci tengono compagnia e rallegrano ancor più il quadretto.
Usciti dall’area pedonale ci aspettano alcuni ponticelli metallici e un tratto sterrato stretto tra il fiume e uno specchio d’acqua stagnante che ospita ninfee di notevoli dimensioni. Questa parte è molto divertente, tortuosa il giusto, fondo di terra battuta, da fare a tutta birra con la gravel… se non fosse per i pedoni presenti sul percorso!
Raggiungiamo così il pittoresco borgo di Casier, dove una trattoria inviterebbe a una sosta… ma se siamo partiti da Treviso abbiamo percorso solamente una decina di km, eventualmente se ne può parlare al ritorno!
Dopo Casier si dirada la presenza di pedoni sul percorso (non sempre la convivenza è idilliaca!) e si prosegue su sterrato lungo le anse del fiume in un contesto davvero molto suggestivo. Mi ha colpito soprattutto questo bosco di canne, di certo l’area più ombreggiata tra Treviso e Jesolo! La foto è del marzo 2022.
Giungiamo così al minuscolo Lughignano, dove un paio di deviazioni ci allontanano (ma solo per poco) dall’argine del Sile. Non aspettiamoci, in questo come in altri casi, di trovare una segnaletica dedicata a questi microtoponimi; si tratta spesso di qualche casolare o poco più. Ma tenendo d’occhio i piccoli cartelli di colore marrone con l’indicazione “E4” non dovremmo avere problemi. Nei pressi di Rivalta una brusca deviazione a destra ci fa passare su strada asfaltata, ma pochissimo trafficata. Io ho erroneamente proseguito diritto, con la ciclabile che già dopo poche centinaia di metri diventa un sentiero e si perde tra la vegetazione.
Qualche incrocio e rientriamo sull’argine, dove prima di Casale sul Sile un ponte ciclabile in metallo, che affianca la strada per Roncade, ci riporta sulla sponda sinistra.
Qui la ciclabile si fa temporaneamente larga e agevole, e poco più avanti sull’altra riva del fiume si può ammirare la bella parrocchia di Casale con l’imponente campanile.
Da Casier in poi il Sile è navigabile anche da imbarcazioni di una certa dimensione; non è difficile quindi incrociare barche e yacht a spasso sul fiume. A Casale ho visto addirittura un battello per il trasporto persone, molto simile a quelli che girano a Venezia. Chissà che, in caso di guasto alla bici o crisi di fame/stanchezza, non si possa ricorrere a questo mezzo per portare a termine il proprio viaggio!
Prima di Musestre, frazione di Roncade, si incrocia la famosa torre di Everardo, resto di un castello di epoca longobarda, si passa con un ponticello sull’omonimo corso d’acqua e dopo aver attraversato il minuscolo borgo si torna nuovamente sulla sponda destra sfiorando il paese di Quarto d’Altino. Anche qui consiglio di fare molta attenzione, il rischio è quello di proseguire verso sud su Via Sile!
Nota bene: abbiamo percorso circa 25 km e non siamo nemmeno a metà strada… se c’è bisogno di una pausa-bar questo è un buon momento, perché ci aspettano altri lunghi tratti senza possibilità di ristoro.
Dopo Quarto d’Altino la ciclabile presenta inizialmente un fondo un po’ meno agevole, ma comunque pedalabile anche con la bici scelta per affrontare l’avventura, una simil-corsa dotata di coperture di buona marca da 23 pollici. Tutti i ciclisti che ho incrociato cavalcavano invece più prudentemente una MTB o una gravel, ma alla prova dei fatti non ho sbagliato… o forse sono solo stato fortunato!
Tratti ombreggiati si alternano ad altri più aperti, dove affianchiamo la strada provinciale per Portegrandi. Siamo ormai nei pressi della laguna, lo si capisce dal corso del fiume che scorre pigro con larghe anse e dall’affioramento di acqua nelle aree più depresse di campi e prati.
A Portegrandi, in corrispondenza di un ponte dopo l’attraversamento della Provinciale, ci troviamo ad un bivio; restiamo sulla sponda destra, aiutati da un cartello che ci indica la direzione per Jesolo e la distanza di 25 km.
Fino alla fine del ‘600 a Portegrandi il Sile sfociava in laguna, poi i Veneziani effettuarono il taglio che permette alle acque di raggiungere il mare sfruttando, da Caposile in poi, il vecchio alveo del Piave; potremo così continuare a tenere il fiume come riferimento fino al termine del nostro viaggio. Subito dopo il paese, in corrispondenza di una chiusa, si attraversa un ponte privato (non facciamoci spaventare dai cartelli).
Qui inizia il tratto di gran lunga più bello, quello che si inoltra nella “gronda” lagunare; siamo nell’area sospesa tra la laguna di Venezia e la terraferma. Si tratta di un articolato intreccio di terre emerse, spesso bonificate, di barene (aree tabulari coperte di cespugli e periodicamente sommerse dalla marea), attraversate da una rete di velme (tratti che emergono solo occasionalmente) e canali. Io adoro l’ambiente lagunare e poterlo percorrere su una stupenda ciclabile è un’esperienza fantastica. Si tratta di una decina di km molto vari, inizialmente su sterrato e ancora in vista della terra emersa, poi su ottimo cemento a cavallo tra il Sile e la laguna. Aironi e altra fauna selvatica sono ben visibili lungo il percorso.
E siamo a Caposile, annunciato già lontananza dal suo bel campanile, dove il Sile (lo dice anche il nome) ha il suo capo confluendo nel vecchio alveo del Piave; per questo, da qui in poi, la toponomastica farà riferimento a quest’ultimo (“Santa Maria di Piave”, per esempio). Torniamo sullo sterrato e in vista del ponte di barche visibile sulla sinistra giriamo a destra verso Jesolo.
Come dice la didascalia dell’immagine precedente, al bivio si può anche proseguire dritti e approfittare della strada asfaltata a scarso traffico (via Salsi) che ci permette di guadagnare un po’ di tempo per poi rientrare sul percorso originale subito dopo Santa Maria; si tenga a mente questo tratto, perché ci permette una furbata non da poco Chi fosse in ritardo sulla tabella di marcia o semplicemente un po’ affaticato, infatti, può proseguire su via Salsi verso Jesolo paese, oppure attraversare una passerella ciclopedonale che porta a Santa Maria, rimanere sulla destra e trovarsi in poche pedalate sulla statale, a 10 km da Jesolo. Non è certo il massimo pedalare nel traffico, soprattutto nei week end in alta stagione, dopo aver coperto un percorso tanto bello e tranquillo… ma in caso di necessità queste scorciatoie fanno risparmiare tempo e chilometri!
In una successiva escursione in zona nel luglio 2019 ho scoperto che si può proseguire su via Salsi ed evitare un tratto sterrato di alcuni km, ricollegandosi alla ciclabile poco a nord di Jesolo paese. Insomma, le alternative al percorso su ghiaia, bello e tranquillo ma non scorrevolissimo, non mancano!
OK, torniamo indietro di qualche chilometro, facciamo i ciclisti seri e in vista del ponte di barche di Caposile svoltiamo a destra seguendo il percorso ciclabile; qui la strada sterrata, dopo un breve zig-zag, torna a costeggiare la laguna (che si intravede ogni tanto tra gli arbusti) per circa 3 km, lungo i quali sono presenti alcune costruzioni in legno per l’osservazione della fauna locale. Svolta a sinistra, e dopo un tratto che costeggia un podere rieccoci sul Sile, pochi metri più a sud della passerella pedociclabile di cui parlavo prima.
Non manca molto a Jesolo paese: ci si arriva dopo alcuni km di sterrato (sempre leggero, che si può evitare come scrivevo prima proseguendo su via Salsi, che a un certo punto diventa via Drago) e un’altra manciata su strade comunali. A destra, una volta giunti su asfalto, si lascia il bivio per l’area lagunare di Lio Maggiore (per inciso: da Lio Maggiore si potrebbe attraversare la laguna grazie a un passaggio barca prenotabile telefonicamente e proseguire per Lio Piccolo e Cavallino Treporti) e si giunge in vista del campanile di Jesolo. Siamo a buon punto!
Ora abbiamo due opzioni: la prima è la più semplice, perché basta attraversare il ponte, in direzione del campanile, svoltare a destra e seguire la ciclabile che in una manciata di chilometri porta a Jesolo Lido, annunciato dalle avveniristiche torri di piazza Drago. Chi invece ha ancora velleità pedalatorie può adottare la seconda soluzione, che è quella di seguire le indicazioni per Cavallino presenti sulla ciclabile tenendo ancora una volta come riferimento il corso del Sile e la sua sponda destra. Siamo in via Cristo Re, un lungargine che dopo quasi 9 km raggiunge, prima su asfalto e poi su strada bianca, la località Porte di Cavallino. Devo dire che nel 2022 ho trovato il fondo deteriorato dal passaggio di veicoli (trattori, auto di pescatori e agricoltori), cosa che costringe a procedere a velocità piuttosto bassa.
Una chiusa, un ponticello metallico che talvolta si apre per permettere il passaggio delle imbarcazioni, e infine un bivio che ci mette dinnanzi all’ultima opzione: se puntiamo Jesolo Lido dobbiamo proseguire dritti lungo l’argine del Sile, se la nostra destinazione è il litorale del Cavallino svoltiamo a destra e costeggiamo il canale Casson per un paio di chilometri. Le indicazioni, in ogni caso, sono chiare.
Se abbiamo scelto di proseguire per Jesolo, ci troveremo ben presto in vista del grande ponte che attraversa il Sile: al di là inizia Jesolo Lido. Attenzione, perché la località si sviluppa per molti km e noi ci troviamo sulla sua estremità ovest; per dirigerci verso il centro conviene scavalcare il ponte (passiamoci prima sotto e poi teniamo la destra) e seguire la ciclabile che alla prima rotonda ci invita a svoltare a destra per evitare la pericolosa strada provinciale. A questo punto non ci resta che individuare la struttura dove abbiamo prenotato il soggiorno
IN SINTESI Stupendo percorso quasi completamente ciclabile, in piccola parte su viabilità secondaria scarsamente trafficata. Fondo spesso sterrato, di qualità medio/buona, contesto vario e interessante.
DISTANZA Tra 60 e 70 km circa sul percorso ufficiale (a seconda dell’arrivo a Jesolo Piazza Drago o zona faro, dove termina il Sile), riducibili a circa 55 grazie alle scorciatoie precedentemente indicate (via Salsi-via Drago o ponte ciclopedonale di Santa Maria del Piave).
DA NON PERDERE I notevoli spunti paesaggistici lungo il cimitero dei Burci e sul tratto che costeggia la laguna, lo scorcio sul borgo di Casier e il passaggio in corrispondenza di alcuni siti archeologici e ville venete.
BICI Visto il chilometraggio e il fondo generalmente buono, una MTB con pneumatici tassellati non è un mezzo sufficientemente scorrevole, è consigliabile utilizzare perlomeno gli slick. Ancora meglio una gravel. Io ho optato per una bici in assetto quasi da corsa, ruote e coperture robuste e manubrio dritto. Qualche accortezza, in questo caso, nei pochi tratti in cui la ruota può affondare nel fondo ghiaioso.
ALTRE INDICAZIONI A fine settembre ho trovato una temperatura ideale; in piena estate i passaggi non ombreggiati risultano meno piacevoli. In alcuni tratti si possono “sciogliere le briglie” e pedalare di buona lena, in corrispondenza dei centri abitati consiglio invece un’andatura più moderata per non sbagliare strada come è capitato a me! I primi chilometri a sud di Treviso sono piuttosto frequentati da pedoni e podisti, soprattutto nel week end. Armiamoci di rispetto, campanello e pazienza…
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Come dicevo, dopo la bella avventura del 2017 altre volte sono capitato sulla ciclabile tra Treviso e Jesolo…
Da fare!!! Belle descrizioni bravo!
Bravo Marco, interessantissimo suggerimento questo. E pensare che io all’incirca dieci anni fa partendo da San Paolo alla volta di Jesolo (in bici da corsa) ho coperto il tratto Treviso Jesolo sulla… Treviso Mare!
Bravo Marco, bel percorso. Bene bene nel boschetto so chi portarci. Sbagliando da cosa nasce cosa.
Grazie, utile!!!
Bravo Marco spiegazione molto dettagliata è un anno che ho intenzione di fare questo percorso e seguirò i tuoi appunti. Grazie
Davvero un’ottima guida! Ho percorso la ciclabile da Treviso fino al primo scorcio del mare a Le Trezze, per poi tornare indietro e riuscire a completare il giro in giornata. Giugno non è il mese ideale dato il caldo umido del fiume e della laguna… ma è stato comunque molto piacevole. Un percorso bello e suggestivo, grazie per tutte le informazioni utili!
Ottimo ed utilissimo reportage
Bellissima recensione!
Grazie Marco, ottima descrizione, per ora ho fatto solo dei tratti a piedi, ma quando scegliero’ di fare il giro in bici seguirò le tue indicazioni!