La mia vita senz’auto

Molte cose sono cambiate nella mia vita in questi ultimi tempi. Ho riacquistato la libertà e la dignità che avevo svenduto per una vita da borghese piccolo piccolo, con i soldi contati e le ansie a mille.
Appeso per i testicoli (chiedo scusa per il francesismo), non avevo nessuna possibilità di movimento: testa bassa e subire, fino al completo svuotamento di ogni energia fisica e nervosa. La contropartita? Essere accettato in questo alveare di poveri esseri che tutte le mattine iniziano a correre nevroticamente, consci in fondo del fatto che un giorno tutto finirà in un letto d’ospedale, ridotti a un residuo umano, un peso per tutti.
Dopo che il sistema ha succhiato la linfa, il tuo guscio non serve più a nulla.
Da tutto questo io mi sono liberato. Lo so, il prezzo che dovrò pagare sarà altissimo; ma potrò dire di aver scelto la felicità, e questo mi ripagherà ampiamente.
Una delle svolte, che sognavo da una vita, è stata quella di liberarmi dell’automobile.
Sì, lo so, questa affermazione susciterà risatine, critiche e perplessità. Ma come fai a spostarti, ma quante volte dovrai chiedere in prestito l’auto, ma come si può vivere senza macchina? Beh, il fatto di essermi tenuto sempre in forma mi permette di raggiungere qualunque meta, anche lontana. Sono stato anche a Verona, per dire, 160 km di bici solo per provare il menu vegano di un locale del centro ;-)
Per il resto (il ritorno, in questo caso…) c’è il treno, che in connubio con le due ruote rappresenta un formidabile modo di viaggiare.
I risolini, con buona pace dei benpensanti, sono i miei, quando dalla ciclabile vedo una massa di infelici eternamente in coda, attaccati al clacson, odiatori seriali di tutto ciò che hanno intorno. Le critiche sono le mie, quando vedo persone disposte a passare una parte non indifferente delle propria vita in coda oppure a cercare parcheggio: quasi 6 anni di vita, secondo recenti statistiche, buttati letteralmente nel cesso. Le perplessità mi sorgono in treno, quando lambisco le autostrade perennemente ingolfate; ogni vacanza inizia e finisce con una lunga, estenuante trasferta che ti lascia a destinazione esausto, bisognoso di una vacanza per recuperare la vacanza.
Tutto questo a pagamento, e neanche poco, con le case automobilistiche, i petrolieri e le agenzie funebri (oltre 3000 morti ogni anno sulle strade italiane) a fregarsi le mani.
Un’idiozia che faccio fatica anche solo a concepire.
Ebbene sì, nonostante tutto ciò che ci viene inculcato si può essere felici per il fatto di NON possedere qualcosa! Non ho un mostro che inquina, uccide, mutila, rende invalidi, disturba, si infiltra ovunque, come fanno le cellule di un tumore.
Un’oscenità dalla quale io mi sono tirato fuori.
Per sempre :-)


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