L’ignorante
Raccomando a tutti una lettura un po’ distaccata di questo pezzo… è stato scritto in un momento di estrema tensione (chiamiamola così…) e contiene esternazioni che potrebbero suonare offensive per qualcuno.
Ogni riferimento è da considerarsi puramente casuale, o forse no.
Ritengo che l’ignoranza sia il peggior male dell’umanità.
Per ignoranza si fanno guerre assurde, si commettono prepotenze inaudite, si distrugge il mondo compromettendo il futuro di tutti, ci si lascia guidare dall’egoismo vivendo senza rispetto per nulla e per nessuno.
L’ignoranza penetra nella vita di tutti i giorni, si insinua nel comportamento spicciolo di molti di noi, si può nascondere dietro ogni piccolo gesto.
L’ignorante è riconoscibilissimo, sempre e comunque: si atteggia, sfoggia ciò che ha non essendo nulla, soffre di un insopprimibile complesso di superiorità che ne cela uno, ben più grande, di senso opposto.
Un tipo d’ignoranza che mi infastidisce particolarmente è quella di chi ostenta superiorità verso l’ambiente che lo circonda, verso la Natura e le sue regole, al quale crede di poter sfuggire e che si illude di poter dominare. L’ignorante viola la Natura con la sua auto potente, ne copre i rumori con il fischio delle ruote, ne cancella gli odori con il puzzo del suo scappamento, ma non sa nulla di ciò che lo circonda, non è in grado di riconoscere piante ed animali né di apprezzare un tramonto o un prato ricolmo di fiori multicolori. Guida, piuttosto, con il telefonino alla mano e l’autoradio a tutto volume.
In inverno l’ignorante raggiunge con il suo macchinone qualche banale località turistica, ostenta la sua marca di sci nuovi, scende lungo la pista sfoggiando i colori della sua tuta, ma non conosce il nome di nessuna delle cime che lo circondano, né saprebbe indicare dov’è l’ovest e da che parte è sorto il sole la mattina.
L’ignorante non è un vero sportivo, benché affermi di esserlo, per cui si stanca presto. Poco male, perché conosce tutti i nomi dei locali della zona e va a colpo sicuro quando si tratta di bere alcool o di strafogarsi di qualcosa che sia ben unto.
In estate l’ignorante si mette sulla strada del mare, ma ha poca fantasia. Le solite località superaffollate sono per lui punti di riferimento e insuperabili colonne d’Ercole allo stesso tempo. Così dopo una lunga coda in autostrada, l’ignorante giunge sulla solita spiaggia, di fronte al solito mare, del quale ricorda a malapena il nome. Per lui l’importante è fare baldoria fino a mattina in pub e discoteche e aver modo di vivere lo “sballo”. Poco importa che l’Italia sia uno scrigno d’arte e cultura, di testimonianze di storia recente e antica, di meraviglie geologiche e di magici paesini arroccati sulle colline. Un superalcolico e qualche pasticca destano in lui molto più interesse!
L’ignorante, ovviamente, fuma. Rovina la sua salute, e fino a qui un bel chissenefrega ci sta più che bene. Ma più grave è il fatto che disturba gli altri, ne impesta abiti e capelli, non si cura delle rimostranze, risponde con il sorriso sarcastico tipico di chi è convinto di essere immune da certe malattie; salvo poi maledire il cielo quando una di esse lo consumerà senza pietà.
L’ignorante si culla nella pia illusione di una vita lunghissima, di cui non vede la fine; non si rende conto di essere un omino tra altre migliaia di milioni di suoi simili, non sa che il mondo va avanti da quasi quattro miliardi di anni e la sua insignificante presenza durerà per la Terra meno del più veloce battito di ciglia.
Si illude di poter domare una montagna calcando sull’acceleratore del suo trabiccolo. Non sa che tra un milione di anni quelle montagne saranno ancora lì mentre le sue molecole, per allora, saranno sparse in ogni angolo del sistema solare. Se sapesse, l’ignorante calerebbe un po’ le arie e inizierebbe ad osservare il mondo con più umiltà, con più rispetto. Anche con ammirazione.
L’ammirazione per ciò che ci circonda, ecco un atteggiamento non ignorante.