Periodo freddo in arrivo per l’Europa?
L’analisi del periodo freddo tra il XIV e il XIX secolo è lo spunto per sottolineare che grosse sorprese dal punto di vista climatico potrebbero essere dietro l’angolo…
Molti conosceranno il famoso romanzo “Storia di Natale” di Charles Dickens, quello in cui il perfido Scrooge, assistito dai tre spiriti del Natale, riconosce nel corso della Santa Notte i propri errori e riesce a riconquistare l’affetto e il rispetto di amici e parenti.
Ebbene, durante quella magica notte a Londra la neve cade a larghe falde, imbiancando la città con un manto di notevole spessore… neve abbondante a Londra? Ai nostri giorni non si tratta di un fenomeno molto frequente, nonostante la latitudine alla quale si trova la città inglese, ma nell’Ottocento lo era molto di più, abbastanza da caratterizzare con la sua presenza tutto il corso del romanzo.
Non è certo questa l’unica prova del fatto che poco più di cento anni fa il clima europeo fosse più freddo, tanto da spingere gli scienziati a coniare il termine “piccola era glaciale” (PEG) per il periodo compreso tra il 1350 e il 1850 circa.
Le cronache e le primissime fotografie giunte fino a noi, le tracce ancora evidenti delle morene lasciate dai ghiacciai alpini e lo studio delle carote di ghiaccio sottolineano senza ombra di dubbio come la PEG non sia solamente il parto di una mente fantasiosa. Ma quale fattore può influire tanto pesantemente sul clima di un intero continente, fino a mutarne profondamente i caratteri nel corso di poche generazioni? Non si era detto che i mutamenti del clima si verificano con una gradualità tale da doversi misurare in migliaia di anni?
Gli ultimi studi sembrano rivelare una realtà ben diversa: il gioco delle correnti oceaniche e le bizzarrie del Sole possono determinare l’alternarsi di periodi freddi e caldi nell’arco di secoli, addirittura decenni.
Il fatto che una diramazione della corrente del Golfo sia in grado di portare il proprio alito tiepido fin sulle coste norvegesi è noto ormai da tempo; ecco spiegata la mitezza del clima delle coste europee affacciate sull’Atlantico settentrionale. In sintesi, un flusso di acqua a temperatura relativamente alta si dirige dal Golfo del Messico, in America Centrale, verso est, attraversando tutto l’Oceano Atlantico e piegando verso nord in prossimità delle coste europee. Qui, dopo aver rilasciato una enorme quantità di calore, la corrente si raffredda e acquista densità, fino a sprofondare dinnanzi alle cose norvegesi. Questo fa sì che si venga a “liberare spazio” per altra acqua proveniente da sud, e si inneschi quel famoso “nastro trasportatore” in grado di autoalimentarsi.
Ciò che è stato constatato in tempi recenti è che la corrente del Golfo non ha portata costante. Alcuni fattori ne possono pregiudicare l’efficacia, primo fra tutti il rilascio di grandi quantità di acqua dolce nell’Oceano Atlantico, che sconvolge il normale flusso della corrente.
E cosa c’è di meglio di un surriscaldamento dell’area artica (la regione circostante il Polo Nord) per causare lo scioglimento di grandi masse di ghiaccio e il conseguente rilascio di enormi quantità di acqua dolce e fredda nell’Oceano Atlantico? Ecco dunque che per assurdo un riscaldamento globale potrebbe avere l’effetto di abbassare le temperature dell’Europa Occidentale per il raffreddamento delle masse d’aria che scorrono da ovest (dall’Oceano Atlantico) verso est, regioni italiane comprese.
Gli scienziati, in questo caso, parlano di “effetto feedback negativo” (o di retroazione negativa): un fenomeno provoca una risposta della Natura che sembra volerne controbilanciare l’effetto!
E’ probabile che tale fenomeno si sia verificato durante il “Dryas recente”, un periodo risalente a circa 12 mila anni fa, durante il quale l’Europa ripiombò in un clima da era glaciale. A quel tempo l’ultima glaciazione (quella del Würmiano) era appena terminata e il pianeta si stava quindi riscaldando. Ecco che l’immissione di grandi quantità di acqua dolce nel nastro trasportatore atlantico (dovuta alla rottura degli argini di un enorme lago posto tra Canada e USA orientali) provocò il blocco della corrente del Golfo, riportando gran parte dell’Europa per qualche secolo a un clima freddo e anche secco.
Quando la temperatura globale si stabilizzò, il processo venne meno e anche l’Europa ritrovò temperature più miti.
Se queste ipotesi dovessero rivelarsi fondate, lo scenario per il prossimo futuro vedrebbe un progressivo indebolimento della corrente del Golfo e una recrudescenza del clima in area europea.
E questo non tra mille anni… molto, molto meno!
Aggiornamento 2023
Sono passati molti anni dalla stesura di questo pezzo, e si direbbe che le cose stiano andando in un modo diverso da quello qui descritto. La corrente del Golfo non ha rallentato, almeno per ora, anzi sta convogliando acqua sempre più mite verso le coste dei paesi scandinavi. Un’anomalia termica negativa al largo del Portogallo, invece, sta provocando la continua risalita di anticicloni subtropicali verso l’Europa, anche nel periodo invernale, causando lunghi periodi di temperature abbondantemente sopra le medie con rilevanti deficit precipitativi.
Il continuo riscaldamento del pianeta, che sia dipendente dalle attività umane o meno, sta minando certezze che nei decenni precedenti sembravano ormai assodate. A questo punto non resta che attendere gli sviluppi… la climatologia è, tra tutte le branche della scienza, forse quella che dà i maggiori grattacapi agli studiosi!