Tra Borghetto e Bussolengo due ciclabili perfette!

In occasione di alcuni miei “bici+treno” ho scoperto quelle che per me possono essere considerate due ciclabili perfette. Perché coniugano bici e natura in contesti che offrono scorci veramente pregevoli. La cosa più eclatante è che esse si svolgono nello stesso territorio, al di qua e al di là del fiume Adige, nell’ultima parte prima dello sbocco in Pianura padana!

Il giudizio risente ovviamente di un po’ di soggettività ;-) ma ciò che viene offerto dalle ciclabili che corrono lungo le due rive dell’Adige tra Borghetto e Bussolengo è proprio quello che io cerco: la possibilità di pedalare lontano dal traffico su un percorso sempre vario che si svolge in un territorio interessante. Vediamole nel dettaglio.

CICLABILE RIVOLI-BUSSOLENGO (aggiornata alla primavera 2022)
Si tratta di un segmento non particolarmente lungo (una ventina di km circa), con un dislivello modesto e quasi completamente separato dal traffico. Viene chiamato talvolta “Ciclopista del Sole”. Ne sono rimasto entusiasta per gli spunti naturalistici, per il percorso ondulato della prima metà e per il finale leggermente rilevato sulla valle dell’Adige, di cui si gode una bella vista panoramica.
Il tragitto completo, coperto nel maggio 2021, è visibile grazie a Strava a questo link. Sono sceso dal treno ad Ala e ho imboccato la ciclabile che costeggia la sponda destra dell’Adige. Fino all’ingresso nel comune di Rivoli (attraverso Avio, Borghetto, Brentino e altre piccole località) il percorso non è piatto come ci si potrebbe aspettare e più di una volta ci si trova ad affrontare bizzarri ghirigori. Pur offrendo alcuni passaggi ombreggiati e piacevoli tratti lungo il canale Biffis, non ho apprezzato questi andirivieni. Si finisce infatti per percorrere più chilometri del necessario, si è costretti a superare alcuni (inutili) strappetti e si corrono dei rischi negli attraversamenti della Provinciale a causa degli immancabili automobilisti che sopraggiungono a velocità elevate. Dopo circa 25 km da Ala ci si inoltra nella campagna, e qui il rischio è quello di incrociare un trattore lungo alcune serpentine ondulate (a me è successo). Insomma, tra Ala e la località Canale, in vista di Rivoli, la ciclabile ha bisogno di alcune migliorie!
Con un ultimo tratto, finalmente diritto e pianeggiante, siamo in vista del forte di Rivoli. Dalla stazione di Ala abbiamo percorso circa 30 km.

Verso il forte di Rivoli

Qui inizia la parte che è oggetto di questo articolo. La ciclabile si inerpica lungo il Monte Castello, sui cui sorge Rivoli Veronese, e dopo un breve tratto con buona pendenza offre un tornante da cui si gode di una spettacolare vista sulla bassa Lagarina. Giunti all’ingresso del paese, una svolta a sinistra (su via Traversa Castello) ci dà l’opportunità di dirigerci verso il Forte di Rivoli. Il fondo stradale diviene presto sterrato. Peccato che in occasione del mio passaggio (maggio 2021) l’accesso (dopo qualche centinaio di metri in salita) fosse sbarrato da un cancellaccio arrugginito. A giudicare dalle immagini che ho trovato in rete la vista da lassù non deve essere niente male, ma non ho potuto verificarlo di persona.

La vista sulla chiusa di Ceraino dalla strada che porta al forte

Tornato sulla ciclabile ho attraversato Rivoli e seguendo le indicazioni per le bici mi sono trovato presto in un percorso immerso nel verde, tra salitelle e brevi discese molto piacevoli. Ciò che ho trovato interessante è che questo ambiente è di origine glaciale: la parte terminale del ghiacciaio dell’Adige, che proprio in quella zona ha sostato per migliaia di anni, ha depositato un’enorme quantità di detriti (morene frontali e laterali) che hanno dato vita a questo paesaggio collinare, un “anfiteatro morenico” in gergo tecnico. Qui possiamo trovare materiale (granito, porfido…) che il ghiacciaio atesino trasportò durante le ere glaciali Riss (da 200.000 a 130.000 anni fa) e Würm (da 110.000 a 12.000 anni fa circa) da località poste decine e decine di km più a nord. L’anfiteatro morenico del Garda, di cui fa parte anche quello di Rivoli, è il più grande ed il più regolare a sud delle Alpi e si sviluppa a semicerchio per circa un centinaio di chilometri da Salò passando per Valeggio e arrivando fino a San Zeno di Montagna.
Tornando al percorso ciclistico, va detto che la distanza coperta da questo “mangia e bevi” è modesta, un paio di km circa, ma l’occhio dell’appassionato di geologia è rimasto più che appagato, tra scorci panoramici e morfologie tipicamente periglaciali.

La ciclabile nella parte più interessante che attraversa l’anfiteatro morenico

A questo punto si inizia a scendere… la ciclabile, non particolarmente larga, diventa piuttosto ripida. Ci sono tre tornantini, di cui uno particolarmente stretto, che vanno affrontati a bassa andatura perché molti sono i ciclisti in transito, soprattutto nella bella stagione. Si scende ancora un po’, quindi nei pressi della località Gaium ci troviamo in pianura, e rivediamo anche il canale Biffis che sbuca da una delle tante gallerie sul suo percorso. Il cambio di paesaggio è improvviso: dalla boscose colline moreniche ci si trova al cospetto della pianura, a costeggiare il canale Biffis, che si rivela essere una sorta di fil rouge del percorso. L’ambiente è bello, verde, la ciclabile curata e con un camminamento separato con i pedoni (ci vuole!) e con alcuni caratteristici ponticelli in legno oltre ad uno ad archi che supera la spettacolare incisione del torrente Tasso.

Da qui a Bussolengo (poco più di 10 km) ci troviamo a pedalare su un percorso completamente pianeggiante, ma con una particolarità: esso si trova su un terrazzamento leggermente rilevato e questo ci permette di godere di una vista panoramica verso la valle dell’Adige ed i monti Lessini. Un valore aggiunto che rende la pedalata molto piacevole!
Al termine del tratto ciclabile, a poco più di 45 km dalla stazione di Ala, siamo in prossimità di Bussolengo; per procedere verso sud e continuare verso il mare bisognerebbe attraversare il paese e puntare il lungo Adige. Io invece ho svoltato in direzione Pastrengo per dirigermi verso il Garda e chiudere poi un anello fino alla stazione di Domegliara.

L’imbocco della ciclabile nei pressi di Bussolengo

Ci saranno altre occasioni per avvicinarmi ancor più al mare e, perché no, per raggiungerlo ;-)

Nell’agosto 2021 ho ripetuto l’esperienza. L’idea era di ripercorrere il tragitto al contrario, ma la pericolosa piena del giorno precedente ha indotto le autorità a chiudere l’accesso sud della ciclabile. Sulla pista ci ho messo le ruote comunque, entrandoci poco più a nord, a Pastrengo ;-) come si vede dalla mia attività Strava: https://www.strava.com/activities/5747857801

LA CICLABILE DEI FORTI BORGHETTO-VOLARGNE (aggiornata a settembre 2022)
Sulla sponda opposta dell’Adige, sempre nella bassa Vallagarina, è stato creato un altro percorso per le due ruote denominata “ciclabile dei Forti”. Essa prende il via poco a sud del minuscolo Borghetto, un tempo terra di confine tra il Regno d’Italia e territorio asburgico e termina a Volargne, dopo circa 23 km, dove il fiume Adige sbocca in pianura. Ho avuto l’occasione di percorrerla in diverse occasioni, la prima il il 28 settembre 2021 (https://www.strava.com/activities/6032523809); la cosa che mi sono ripromesso è di rimetterci le ruote al più presto (e infatti, l’anno dopo: Da Domegliara a Bolzano!)! Poi ci sono tornato il 28 settembre 2022. Il solo scendere dal treno nella minuscola stazione di Borghetto è tutto un programma… una pensilina in mezzo a qualche vecchio casolare, un contesto che sa di altri tempi. Ho trovato la cosa curiosa e divertente ;-)
Usciti dalla “stazione” (o prevenendo dalla ciclabile della valle dell’Adige, che fino all’altezza di Borghetto corre sulla destra orografica del fiume) si prende la direzione sud e si percorre poco più di 1 km lungo via 27 Maggio. Prima di un sottopassaggio possiamo imboccare sulla destra la ciclabile che si presenta subito molto varia e spesso ombreggiata. Intendiamoci: quell’aggettivo “varia” farebbe venire l’orticaria a molti puristi della bici. Perché il percorso ciclabile, a differenza della vicina strada statale, per guadagnare un km in linea d’aria ne percorre due… tra curve e controcurve, cambi di direzione e inaspettati strappi con pendenze anche importanti (ma non siamo in fondovalle???) è chiaro che dobbiamo prendercela “easy”, se vogliamo usare un gergo moderno. La velocità media sulla statale, pestando bene sui pedali e sfruttando la scia di qualche camion, potrebbe avvicinarsi ai 40/h; su questa ciclabile, invece, non sono pochi i tratti in cui i freni vanno tirati, e non poco.
Le foto che seguono mostrano un tratto rettilineo che costeggia i pregiati vigneti della zona, un guado (!) che viene chiuso in caso in cui il torrente renda il passaggio insidioso, una pendenza degna di una strada di montagna e un tunnel in un tratto tortuoso e ondulato, con il fondo scivoloso a causa di recenti piogge. Un percorso tutt’altro che scorrevole, ma godibilissimo!

Non perdiamo la tramontana a Peri, quando la ciclabile (sia che si provenga da nord che da sud) sembra tornare indietro… si tratta solo di raggiungere un attraversamento pedonale per passare dalla parte opposta della strada statale. A sud di questo attraversamento troviamo 7 km che comprendono alcuni stretti tunnel, salitelle, delle curve a gomito, una passerella con il fondo metallico (occhio se è bagnato!) e un tratto ondulato in mezzo al bosco che io ho trovato umido e in parte coperto di foglie. Insomma, su questa ciclabile la velocità media va decisamente a farsi benedire, ma il divertimento è assicurato! Attenzione, ovviamente, ai ciclisti che potrebbero provenire in senso contrario.
In vista di Dolcé i vigneti prendono il sopravvento.

Poco a sud del paese si attraversa anche un’elegante azienda agricola in un contesto verde e molto ben tenuto; ma è subito usciti da questo luogo (o subito prima di entrarci, se si proviene da sud) che ho rilevato un punto critico, pericolosissimo. Nel settembre 2022 pochi secondi di ritardo mi hanno salvato dall’investimento da parte di un cretino con una jeep che è uscito a tutta velocità dal sottopasso evidenziato nell’immagine, fregandosene altamente del codice stradale. Mi auguro che la situazione venga al più presto sanata.

Una volta usciti da Dolcè troviamo finalmente qualche chilometro pianeggiante, poi il piatto forte: entriamo nel minuscolo Ceraino e una breve discesa ci immette in un canion scavato nei millenni dal fiume Adige. Un paesaggio dall’inestimabile valore scientifico, soprattutto geologico, con imponenti falesie su una delle quali troneggia il Forte di Rivoli.

Sullo sfondo la Rocca con il Forte di Rivoli

In corrispondenza di una grande ansa l’ambiente si fa improvvisamente quasi montano, non si direbbe davvero di essere a pochi km da Verona!

Si procede nello spettacolare canyon per circa 3 km, fino ad arrivare a Volargne. Attraversare questo imbuto tra le falesie è un’esperienza davvero affascinante. Lo stacco con la campagna, i vigneti e i paesini attraversati poco prima è netto.

CURIOSITA’ FINALE
Le due ciclabili descritte in questa pagina sono quasi comunicanti, la continuità è rotta per pochissimi km solo nella parte sud. Si potrebbe quindi tirare fuori un giro ad anello di una cinquantina di chilometri con partenza e arrivo a Borghetto. L’unico tratto non ciclabile sarà quello a sud di Volargne, (ma potremmo sfruttare la strada che attraversa la zona artigianale) e il chilometro abbondante su strada trafficata, anche da camion, che separa il ponte sull’Adige della Sega di Ala dall’accesso a uno dei ponti in legno della Ciclopista del Sole. Un piccolo sacrificio per un giro entusiasmante!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *