Una giornata speciale
Una persona può acquisire popolarità per i più svariati motivi; troppo spesso purtroppo si tratta di individui capaci non si sa bene a far cosa, che per un po’ di tempo monopolizzano le cronache sportive, mondane o ancor peggio del gossip.
Ma può trattarsi, per fortuna, anche di personaggi che hanno dedicato la propria vita a un ideale o ad una passione e che contribuiscono al progresso della scienza.
Io ho avuto la possibilità di incontrare una di queste persone: sabato 28 settembre 2013 ho fatto la conoscenza del Dottor Giuseppe Corrà, laureato in scienze naturali e da sempre impegnato nello studio (più volte gratificato da riconoscimenti a livello nazionale e internazionale) della geologia e della geografia della sua terra natale, l’area prealpina tra il Garda e i Lessini.
Ho già avuto modo di parlare di un libro del Professor Corrà, un testo denso di acute deduzioni supportate da un preciso metodo scientifico e presentate con un linguaggio chiaro anche per i non addetti ai lavori; un’opera da gustare tutto d’un fiato.
Per un incontro così particolare non sarebbe stato possibile trovare una sede migliore della piccola località di Camposilvano, sui Monti Lessini, a due passi dalla celeberrima “valle delle Sfingi”, dove strani funghi di roccia conferiscono al paesaggio un tocco di magia.
Fin dai primi momenti il Professor Corrà non si è risparmiato nel descrivere minuziosamente le forme del territorio e la genesi delle sfingi, ricordando di essere stato il primo a sostenere l’ipotesi della tracimazione dei ghiacci in movimento da nord verso sud sull’altipiano lessineo durante le fasi glaciali Biber, Donau e Günz. Ciò avrebbe causato la quasi totale asportazione della formazione rocciosa del Biancone e la messa a nudo dei tenaci strati di ammonitico rosso, opera impossibile da compiersi da parte di altri agenti erosivi.
L’esistenza di fratture e di sottili intercalazioni più facilmente erodibili, nonché la presenza alla base dei “funghi” di meno tenaci strati di oolite di San Vigilio, avrebbero permesso poi, grazie al processo carsico, di dare vita a questo curioso paesaggio noto agli studiosi di mezzo mondo.
Sentito e commovente è stato l’auspicio del Professor Corrà perché tali ambienti vengano preservati per le generazioni future. A una mia precisa domanda, oltretutto, il professore ha confermato che le sfingi rappresentano un fenomeno naturale che difficilmente potrà ripetersi in futuro: troppi sono i fattori in gioco, dalla variazione nell’acidità dell’acqua piovana alle vicissitudini climatiche che si verificheranno nelle prossime migliaia di anni.
Grazie alle esaurienti spiegazioni del Professor Corrà nessun dettaglio di quell’ambiente è passato inosservato: dai resti dell’enorme caverna crollata in epoca preistorica alla dolina di crollo nei pressi del fungo di Camposilvano, per finire alla diversa risposta agli agenti erosivi che gli strati rocciosi evidenziano.
Una fonte di preziose informazioni che nemmeno la minaccia di pioggia e la lunga camminata sono riusciti a esaurire!
Dopo questa esperienza mi sento in dovere di dire: grazie per la bella giornata, Giuseppe!