Una “roll” da sogno!

E’ difficile, se non impossibile, che qualcosa di rilevante dal punto di vista meteorologico si affacci sullo scenario altoatesino.
E’ molto più probabile, invece, che bizzarre presenze si manifestino in una località di mare, dove l’energia disponibile è ben maggiore. Non stupisce, quindi, quanto è accaduto nel cielo di Jesolo nel pomeriggio del 2 maggio 2009, durante una mia breve vacanza. Il fatto è che la sorpresa, per un “montanaro” come me, è stata davvero grande, talmente grande da farmi dimenticare di immortalare l’evento con qualche foto.
Voglio quindi provare, senza la pretesa di riuscirvi adeguatamente, a mettere nero su bianco l’emozione vissuta…

Jesolo, primavera, ma sembra già estate. Il clima mite e la festività del Primo maggio hanno richiamato sulla costa una folla di turisti, e tra di essi ci sono anch’io.
Per quanto bisognoso di abbandonare almeno per un po’ la routine quotidiana, un vero appassionato non può dimenticare di dare un’occhiata alle condizioni meteo nemmeno in vacanza. Anzi, proprio il relax favorisce un’osservazione più attenta.
La situazione, in quei giorni, è ideale per giornate calde e soleggiate e inaspettati temporali serali. Inaspettati solo agli occhi dei profani, però: il sole di maggio, infatti, riscalda con forza il terreno e correnti fresche da nord-est provvedono a instabilizzare l’atmosfera. Non sorprendono dunque le sfuriate all’ora di cena.
Già la sera precedente tuoni, fulmini e grandine avevano bruscamente interrotto il placido passeggiare dei turisti lungo i viali principali, ma la mattina del 2, come ormai accadeva da qualche giorno, era iniziata con il cielo sereno e clima mite e la giornata era proseguita con un pomeriggio dal sapore estivo, trascorso in spiaggia a osservare i primi temerari bagni della stagione.
Al rientro in albergo eccomi alla finestra per l’immancabile bilancio meteorologico della giornata. La posizione privilegiata in cui mi trovo, al di sopra della maggior parte degli altri edifici, facilita la ricerca di “qualcosa” che possa stimolare la mia curiosità, ma al momento mi devo accontentare di un bel cumulonembo verso est. Certo che è un bell’accontentarsi: la sua sommità sembra fatta di panna montata!
Per dirla tutta, già in spiaggia avevo notato come i cumulonembi visibili in lontananza, verso le Prealpi, stessero generando delle belle incudini, chiaro sintomo di una vivace instabilità atmosferica. Era quindi lecito attendersi qualcosa per la serata; nel mio caso, da buon appassionato più che di un’attesa si trattava di una speranza!
Ecco profilarsi il piccolo evento: concentrato sul “cavolfiore” che stava generando dei rovesci a qualche decina di chilometri dal mio punto di osservazione, avevo notato solo di sfuggita la nube accessoria allargata alla base di quella principale. Proprio l’essere a digiuno di una certa tipologia di manifestazioni meteorologiche non mi aveva permesso di prevedere i possibili sviluppi a breve termine.
Passano infatti diversi minuti prima che mi affacci nuovamente alla finestra, e a quel punto la situazione è cambiata, eccome! Il cumulonembo ha un aspetto decisamente meno “in salute”: evidentemente ha già scaricato gran parte della sua energia e si appresta a entrare in quella fase che in gergo tecnico si chiama “di senescenza”.
Ma c’è ben altro da guardare: una specie di lungo tubo di nuvole scure si stende per un buon quarto dell’orizzonte!
Mi serve qualche secondo per schiarirmi le idee, ma alla fine è chiaro che si tratta di una roll cloud, o nube a rotolo, che si forma per lo spostamento d’aria generato dalle precipitazioni della nuvola madre, e che poi si allontana da essa conducendo vita autonoma.
La forma e la dimensione della nube sono davvero insolite, almeno lo sono per me, da sempre abituato al cumuleggiare delle zone alpine, vigoroso ma mai capace di curiosità nefologiche del genere: la differenza, è risaputo, la fa l’enorme quantità di energia messa a disposizione dal mare!
Resto attonito a osservare la roll-cloud che punta con decisione Jesolo… e più si avvicina, più la essa assume tonalità poco rassicuranti, alcune sue parti tendono addirittura al nero! Paragonandola con le sue “parenti”, che finora avevo potuto ammirare solo su internet, non posso che concludere che si tratta di una roll con i fiocchi: un gran bel colpo di fortuna, non c’è che dire!
So che essa non potrà generare precipitazioni, perché si tratta semplicemente di un banco di nubi basse, ultima testimonianza di un temporale che muore: però è davvero bella e stare lì a osservarla, sgranando gli occhi, è una di quelle cose che riesce ancora a suscitare in me entusiasmi da fanciullo.
In pochi minuti la strana presenza è sopra di me, alcune sue parti si sfrangiano, sembrano dissolversi, mentre il passaggio è accompagnato da un improvviso e deciso rinforzo del vento e da qualche sparuto gocciolone. Cambio più volte finestra per godermi al meglio il transito della nube sulla mia verticale, e la corsa da una parte all’altra dell’appartamento non passa inosservata ai miei famigliari. Così, tra un balzo e l’altro, cerco di spiegare la mia eccitazione raccontando della roll, della sua origine e del suo destino, ben conscio che ben poco di quanto sto dicendo può interessare a chi non ha, letteralmente, la testa tra le nuvole.
Ecco, la roll è passata, il vento cala e tutto ripiomba in una quiete che sarà seguita un’ora dopo da un altro rovescio temporalesco. Per me ciò che è accaduto in quei pochi minuti vale mille piatte giornate di sole!
Solo in quel momento mi rendo conto di non aver scattato nemmeno una foto, ma in fondo è giusto così, non era il caso di vivere questa esperienza cercando l’angolazione corretta o la luce migliore. Andava semplicemente vissuta con gli occhi dell’appassionato, magari in spiaggia… dovrò tenerlo presente la prossima volta, se mai ci sarà!

L’anno dopo ecco un’altra e ancor più spettacolare roll cloud! Questa volta non me la sono fatta scappare ;-)

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