Violento temporale su Bolzano il 6/8/2019

Bolzano è una città climaticamente monotona; lo posso dire con cognizione di causa, abitandoci da sempre e potendo confrontare (grazie a internet) l’intensità dei suoi fenomeni meteorologici con quella di località geograficamente non lontane. Qualunque appassionato del settore sa che a Bolzano cade mediamente la metà della neve di Trento; lo stesso discorso si può fare per la grandine e per molte altre manifestazioni meteorologiche.
Ma ogni tanto qualcosa di interessante capita anche da queste parti. È il caso del 6 agosto 2019: in questa occasione una delle tante celle temporalesche che interessano la città nel periodo estivo ha raccolto nel suo breve tragitto una grande quantità di energia, scaricandola su Bolzano con una violenza impressionante.

Shelf cloud, nube che anticipa le precipitazioni. Foto scattata verso NW.

Il temporale si è formato a NW di Bolzano, tra la Val d’Ultimo e la Val Venosta, si è rinforzato interessando la conca con pioggia fortissima e chicchi di grandine delle dimensioni di una noce. A differenza della forte grandinata del 24 giugno 2008, questa volta sono stato testimone diretto di questo evento: si può parlare di venti minuti di autentica follia, durante i quali l’intensità del fenomeno è andato via via montando fino al classico “effetto lavatrice”, con sferzate di vento e pioggia provenienti da varie direzioni e visibilità a tratti ridotta praticamente a zero. Il filmato rende abbastanza bene l’idea di quanto accaduto: una situazione del tutto inusuale per il capoluogo altoatesino!



Il pluviometro della stazione meteorologica provinciale posto nella zona ovest della conca ha registrato 27 millimetri, valore con ogni probabilità sottostimato. È noto infatti che in situazioni estreme, con grandine e forte vento, la misura dei pluviometri risulti in difetto: più plausibile è una stima oltre i 30 e fino a 50 litri per metro quadro. Curioso notare che aree vicine (Oltradige e Bassa Atesina) hanno registrato poco o nulla; questo è tipico dei fenomeni violenti, che si concentrano su aree molto limitate. La cella (che sul radar appariva a fondoscala) ha proseguito poi il suo cammino verso sud-est, indebolendosi ma riuscendo comunque ancora a produrre altre locali grandinate, per esempio in val di Fassa.

Radar di quei momenti: il colore viola chiaro indica valori di precipitazioni al limite superiore della scala

Il conto dei danni è ingente: molti gli alberi spezzati o sradicati (soprattutto cedri), compromesso il raccolto di uva e mele nelle campagne del circondario, allagata la stazione ferroviaria e disagi gravi per la circolazione a causa dei tombini ostruiti da foglie e terra. Non ci sono stati per fortuna incidenti di rilievo a persone e animali.

Il calo termico durante l’evento è stato di circa 10 gradi, portando la temperatura a poco più di 18 gradi (minima della giornata), ma di certo il vento e la grandine hanno reso la temperatura percepita dai pochi sprovveduti sorpresi per strada decisamente spiacevole. La velocità di punta del vento è stata stimata dalla stazione meteorologica provinciale in 72 km/h, ma è molto probabile, considerati anche i danni, che alcune raffiche abbiano superato di slancio questo valore, per esempio nei viali delimitati da lunghe file di edifici dove l’effetto Venturi aumenta la velocità del vento, trovandosi esso a scorrere in un condotto a sezione ridotta.

L’analisi di carte riportanti i vari indici temporaleschi di quel giorno hanno indotto gli esperti di Estofex a indicare per l’Italia del Nord-est un rischio di fenomeni intensi di grado 2 su 3, ma l’osservazione della carta sinottica poteva bastare per giungere ad alcune semplici conclusioni. La parte settentrionale della campana di alta pressione che aveva protetto l’Italia del nord era infatti in rapida erosione, favorendo così l’infiltrazione di correnti atlantiche. Il mix esplosivo, tra aria calda e molto umida preesistente e aria più fresca in arrivo, garantiva che da qualche parte si sarebbero visti i fuochi d’artificio… e questa volta, un po’ a sorpresa, a “godersi” lo spettacolo è stata proprio la città di Bolzano!

Fonte: wetterzentrale.de

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